Accà nisciun è fess (cittadini esclusi)
30 Gen 2008 | Di Giuseppe | Categoria: OpinioniIn 5 minuti di camera di consiglio, I giudici della prima sezione penale di Milano hanno assolto Silvio Berlusconi dall’accusa di falso in bilancio, perché questo illecito non è più previsto come reato. La sentenza è stata emessa nell’ambito del processo stralcio per la vicenda Sme. Berlusconi era accusato di aver falsificato i bilanci della Fininvest dal 1986 al 1989 per creare la scorta di denaro necessaria a corrompere i giudici romani nella vertenza sulla compravendita della Sme, il colosso agroalimentare pubblico dell’Iri. Per la stessa vicenda erano stati condannati, fra gli altri, l’avvocato ed ex ministro Cesare Previti ed il giudice Renato Squillante.
Complessivamente l’udienza è durata circa un quarto d’ora. Il pm, Ilda Boccassini, aveva chiesto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. La difesa, invece, aveva sollecitato l’assoluzione perché il fatto non è più previsto come reato, tesi accolta dalla corte.
Per chiarezza verso coloro che sottolineeranno il termine assoluzione, forse è bene riportare qualche particolare tecnico della sentenza.
I giudici della prima sezione penale di Milano, presieduti da Antonella Bertoia, hanno prosciolto Silvio Berlusconi dall’accusa di falso in bilancio con la formula dell’art. 129 comma 1, che dispone: “in qualunque stato e grado del processo, il giudice, il quale riconosce che (…) il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, lo dichiara d’ufficio con sentenza”. Si sarebbe parlato di assoluzione se la prima sezione penale avesse optato per la formula prevista dall’art. 129 comma 2, secondo il quale: “quando ricorre una causa di estinzione del reato ma dagli atti è evidente che (…) il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione”. Tra la formula del proscioglimento per prescrizione, chiesta dal pubblico ministero Ilda Boccassini, e quella del “fatto non previsto dalla legge come reato”, è stata scelta la seconda, più favorevole all’imputato, poiché la prescrizione riguarda un’ipotesi di reato che nella vicenda in esame neppure si poteva configurare, dopo la modifica della legge sul falso in bilancio, voluta dal governo presieduto dallo stesso Berlusconi. Pertanto, con una sintesi per noi profani, si potrebbe parlare di assoluzione tecnica e non sostanziale (i fatti non sono stati giudicati in questo processo stralcio).
“Forza Italia dirà a Marini che resta della convinzione sia meglio andare subito al voto”. E’ quanto si legge in una nota Ansa che riporta le dichiarazioni di Berlusconi. Franco Marini è stato incaricato dal presidente Napolitano di tentare la formazione di un governo provvisorio che modifichi l’attuale legge elettorale poiché, con quella attuale, si avrebbe di nuovo una pletora di partitini. “Non ci sono margini di dialogo sulla legge elettorale”, afferma il leader di Forza Italia, reduce da un incontro di un’ora con il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. I due esponenti politici sono concordi nell’affermare che “la prossima dovrà essere una legislatura costituente”.
Per caso, quando sono stati al governo hanno dimenticato di depenalizzare qualcos’altro? Vogliono abolire il potere giudiziario? Dar luogo alle nomination anche per i giudici?
A proposito, chissà se Casini ha digerito i cannoli di Cuffaro.
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* Per dare maggiore visibilità al commento, a questo post di alcuni giorni fa aggiungo l’intervento scritto da Ruy Díaz, che mi sembra illuminante e che amplia la prospettiva del problema. A conferma, si può dire che è di pochi mesi or sono la pubblicazione di una statistica internazionale che pone l’Italia nella parte bassa della classifica dei Paese preferiti per gli investimenti dall’estero, a causa dell’alto livello di corruzione delle istituzioni e dell’intero sistema (siamo quasi al livello del Kenia o della Nigeria, non ricordo bene). Grazie, Paolo.
C’è un aspetto della questione “assoluzione” che vorrei porre in evidenza. Si tratta della portata destabilizzante e, vorrei dire, eversiva della norma in base alla quale il nostro Silvio nazionale è stato “assolto”.
In un Paese come il nostro, basato su un’economia di mercato, affermare che gli amministratori di una società non sono perseguibili per aver truccato i conti, renderà i risparmiatori ancora più diffidenti verso l’investimento in titoli azionari.
Chi si sentirà più tranquillo nell’affidare i propri sudati risparmi a qualcuno che potrebbe raccontare frottole in sede di approvazione di bilancio e farla franca?
Mi si potrebbe obiettare che esistono le società di revisione e i controlli della Co.N.So.B., ma i recenti scandali finanziari (Parmalat in testa, ma anche Enron e il recentissimo della francese Soc. Gén.) ci insegnano che i controlli possono essere facilmente elusi.
Davvero un bel viatico per la ripresa economica dell’Italia che tutti, solo a parole, dicono di volere.
Ruy Díaz