Berlusconi ai festini di Gheddafi?
13 Ott 2012 | Di Giuseppe | Categoria: In primo piano, In primo piano: newsLibia. È un energumeno di circa 1 metro e 90, pesa almeno un quintale ed è un soldato di Muammar Gheddafi. Sta abusando di una bambina che non respira più. La piccola è morta, ma lui porta a termine la violenza. Comunque. L’orrore è durato tre giorni per la vittima, come documentato da un video, una delle migliaia di riprese che assecondavano la depravazione dell’ex leader libico ucciso durante la rivolta dell’estate scorsa (le sevizie erano così sconvolgenti che, per vergogna, gli insorti hanno distrutto il maggior numero possibile di filmati, le cui scene «superavano ogni immaginazione», come riferito da chi li ha visionati).
L’articolo originale fornisce una descrizione più dettagliata; i particolari sono raccapriccianti. Il testo si può leggere in una pagina pubblicata il 17 settembre sul magazine francese Paris Match (cliccare qui per leggere l’articolo), che stranamente non ha avuto eco sulla stampa italiana, nonostante contenesse una rivelazione scioccante e cioè la presunta partecipazione di Silvio Berlusconi a “baccanali dell’orrore” («bacchanales de l’horreur»). Il pezzo è firmato da Valérie Trierweiler e da Catherine Schwaab: la prima è l’attuale compagna del Presidente della Repubblica francese, Francois Hollande; la seconda è caporedattore della stessa testata. Entrambe sono note giornaliste.
L’articolo nasce dalle rivelazioni raccolte dalla collega Annick Cojean (nella foto a sinistra), una famosa reporter del quotidiano Le Monde, autrice del libro ‘Le prede. Nell’harem di Gheddafi‘ (‘Le Proies. Dans le Harem de Kadhafi’), edito da Grasset, un marchio storico.
Il volume riporta le testimonianze di donne che, a migliaia, per oltre 40 anni sono rimaste vittime dei soprusi e delle infinite perversioni di Gheddafi in tutto il Paese nord-africano. I racconti trovano riscontro in video-cassette con le immagini più efferate, con volti e corpi di aguzzini e di ragazzine e ragazzini seviziati e drogati. Gheddafi ed i suoi sgherri non si ponevano alcun limite, non avevano pietà, esigevano che anche gli atti contro-natura fossero compiuti sempre di fronte ad una telecamera.
La notizia e le anteprime del libro risalgono a settembre ed hanno fatto il giro del mondo.
Ma oggi, 12 ottobre 2012, l’articolo di Catherine Schwaab pubblicato a pagina 60 del Venerdì di Repubblica (il settimanale accluso al quotidiano) ha fatto sobbalzare i lettori italiani con le ultime tre righe. Dopo aver appreso da alcune schiave che «certi occidentali partecipavano» ai festini organizzati dal dittatore a Bab al-Azizia, la giornalista ha chiesto i nomi a Dina, una leader dei ribelli che hanno spodestato il tiranno. Riferendosi a Silvio Berlusconi ed al suo bunga-bunga, la giovane libica ha risposto: “Lui ha preso parte a questi baccanali. Gli altri non lo sappiamo“.
In realtà, la traduzione è stata un po’ edulcorata, perché nel testo originale del brano si parla di “baccanali dell’orrore“:
Testo originale
«Des esclaves sexuelles de Kadhafi m’ont dit que certains Occidentaux participaient…» On ne peut s’empecher de se remémorer le “bunga-bunga” de Berlusconi qui fanfaronnait sur ses folles soirées avec le président Kadhafi. Dina: «Lui a participé à ces bacchanales de l’horreur. Les autres, on ne sait pas.»
Traduzione letterale
«Delle schiave sessuali di Gheddafi mi hanno detto che alcuni Occidentali partecipavano…» Non si può fare a meno di ricordare il “bunga-bunga” di Berlusconi che si vantava delle sue folli serate con il presidente Gheddafi. Dina: «Lui ha partecipato a questi baccanali dell’orrore. Gli altri, non si sa.»
Senza scendere nei dettagli, è arduo far capire il senso di nausea, lo smarrimento, la rabbia, l’angoscia che trasmettono gli episodi narrati dalla reporter Annick Cojean.
Per quanto riguarda gli italiani, ci si può soltanto augurare che il riferimento all’ex premier sia falso, approssimativo, dovuto unicamente alle millanterie sul bunga-bunga, un “gioco” che – per quanto lo si voglia ipotizzare triviale – non dovrebbe essere nemmeno accostato agli abissi toccati da Gheddafi.
Si deve auspicare che al più presto Berlusconi smentisca di aver preso parte ai deliri del rais e che provveda a chiedere a Paris Match di pubblicare una smentita, offrendo prove inoppugnabili della sua innocenza. Di certo, anche i suoi nemici più accaniti si rifiutano di accettare da lui una complicità così bieca.
» L’articolo di Valérie Trierweiler pubblicato sul Venerdì di Repubblica il 12 ottobre 2012.
» Il commento di Filippo Ceccarelli pubblicato sul Venerdì di Repubblica il 12 ottobre 2012.
» L’intervista fatta da Valérie Trierweiler ad Annick Cojean, pubblicata da Paris Match.
» L’articolo del quotidiano DailY Mail sulle rivelazioni del libro di Annick Cojean.
» L’articolo di France 24 dedicato al libro scritto dalla reporter Annick Cojean.
Berluska e’ quel che e’ ma pure certi giornalisti sono quel che sono.In somma, non vi pare di esagerare con ‘ste boutade su Berlusconi pur di fare notizia?!
RISPOSTA
La ringrazio per aver letto e commentato questo articolo.
Per quanto riguarda il contenuto, non credo lo si possa definire una ‘boutade’, in considerazione della tragicità dei fatti raccontati dalle vittime.
Il mio resoconto riporta soltanto una minima parte di quanto ho letto sulla stampa francese ed ho preferito ricorrere ad una forma molto sfumata rispetto all’originale ed alla pagina di “Repubblica”, allo scopo di non turbare i lettori. L’episodio raccapricciante con cui inizia questo post (in pratica, io l’ho appena accennato) non è che una delle numerose efferatezze di cui è stata data notizia in Francia.
Ovviamente, come ho scritto, non posso avere la certezza delle violenze compiute, poiché – per mia fortuna – non vi ho assistito, né dispongo di materiale acquisito in prima persona.
Tuttavia, le due giornaliste che hanno firmato l’intervista su “Paris Match” e la collega Annick Cojean, autrice del libro “Le prede. Nell’harem di Gheddafi”, sono note, stimate ed autorevoli. Se fossero andate a caccia di facile pubblicità, non avrebbero scelto un argomento così rischioso, che le espone a seri guai giudiziari qualora non fossero in possesso di prove adeguate per avvalorare i propri scritti. Non si mettono a repentaglio fama, onori e ricchezze per fare un “dispetto” a Berlusconi, oltralpe assai meno considerato che in Italia.
Il mio auspicio finale è del tutto sincero; continuo ad augurarmi che Berlusconi o i suoi legali smentiscano al più presto il coinvolgimento del nostro ex premier nei banchetti di Gheddafi. Da italiano, mi rifiuto di accettare le accuse che gli sono state mosse, benché verso l’uomo ed il politico io nutra ben poca stima.
Inoltre, trascorsi più di due mesi dalle presunte rivelazioni della Cojean, ritengo ci si debba chiedere come mai un libro venduto in centinaia di migliaia di copie all’estero non sia stato ancora tradotto in Italia.
Noi italiani non siamo né più bravi, né più intelligenti degli stranieri. Purtroppo, a volte, siamo più timorosi.
Mi scuso per la lunghezza di questa risposta e la ringrazio di nuovo per l’attenzione.
Orrendo ma, visto il bieco personaaggio, possibile. Il caro schifoso di arcore mi ha sempre fatto ribrezzo e questa ultima possibilità non può che aggiungere lo schifo per un tristo figuro che ha violentato un intero paese per i suoi porci comodi.