Berlusconi in radio: 6

12 Dic 2013 | Di | Categoria: Le pagelline

Silvio Berlusconi durante la intervista concessa alla radio francese Europe 1La locuzione “il canto del cigno” si richiama ad una antica leggenda: poco prima di morire, il candido animale intonerebbe un canto sublime. L’ultima sparata di Silvio Berlusconi fa pensare al rantolo di un topino che, fino a poche settimane fa, tentava di ruggire come un leone e che, come in ogni circo, veniva applaudito da una folla di adulti bambini.

Intervistato dal giornalista Jean-Pierre Elkabbach negli studi della radio francese Europe 1, durante il programma Europe Matin, oggi il leader della rinata Forza Italia ha sentenziato: «Non ho paura di essere arrestato perché, se lo faranno, in Italia ci sarà una rivoluzione» (Fare click qui per leggere il resoconto dell’intervista sul sito di Europe 1).

La definizione che si ritrova in quasi tutti i commenti della stampa francese è quella di “ancien sénateur“, il vecchio senatore, per sottolineare l’età avanzata di questo combattente caparbio. Arrotando la “r” in versione parigina, Berlusconi ha proclamato di non conoscere la paura, ben consapevole del suo ruolo: «Non si può imprigionare e togliere la libertà di qualcuno che sta conducendo una campagna elettorale. (…) Sarà molto difficile mettermi in carcere, poiché otterrò una grande magioranza politica alle prossime elezioni» («On ne peut pas mettre en prison et casser la liberté de quelqu’un qui est en train de faire une campagne électorale» e poi «Ce sera très difficile de me mettre en prison puisque j’aurai une grande majorité politique aux prochaines élections»). Il re si sente ancora sul trono e si rifiuta di spostare le sue terga in qualche paradiso tropicale: «alla mia età molto importante, io non ho paura di niente. (…) Amo il mio Paese e non posso concludere la mia avventura umana di patriota, di uomo di stato, fuggendo dall’Italia» («à mon âge très important, je n’ai peur de rien. (…) J’aime mon pays et je ne peux pas terminer mon aventure humaine de patriote, d’homme d’Etat, en fuyant l’Italie»).

La recita nel ruolo dell’agnello, cavallo di battaglia per lunghi anni, non poteva mancare; così, il vecchio (ex) senatore ha guaito: «Il mio telefono può essere ascoltato. Non ho più il passaporto. Mi si impedisce di uscire» («Mon téléphone peut être écouté. Je n’ai plus de passeport. On m’empêche de sortir»). E’ strano che un laureato in legge con tanto di lode ignori l’esigenza di applicargli misure restrittive quasi scontate, considerati il reato per cui è stato condannato in via definitiva ed i procedimenti penali in corso, fra i quali l’ipotesi di aver corrotto dei testimoni.

Comunque, dopo tanti anni che lo si vede in scena, è inutile muovere obiezioni di carattere logico, o giuridico, o genericamente normativo. L’uomo che ha ardito profetizzare su un palco «Sconfiggeremo anche il cancro» (osannato da applausi ebeti) ha dimostrato scarsa frequentazione con il buon senso ed un sempre più labile contatto con la realtà. Di lui, si possono apprezzare o denigrare le performances, le recite di fine anno ed inizio settimana. Non le idee: queste gli mancano; intenzioni e ambizioni non lasciano altro spazio.

Il suo orgoglio ferito è stato notato anche dai francesi. La notizia dell’intervista, pubblicata su Paris Match, termina con un riferimento all’ex premier Sarkozy che derise Berlusconi assieme alla Merkel durante una conferenza stampa: “Interrogato sul ricordo che ha di Nicolas Sarkozy, Silvio Berlusconi ha schivato in un sorriso: «La prossima domanda?» L’uomo politico italiano era rimasto male per l’atteggiamento del Francese durante una conferenza stampa con Angela Merkel nell’ottobre 2011, durante la quale si era lasciato intendere fra le risatine che non era possibile fare affidamento in Silvio Berlusconi (“Interrogé sur le souvenir qu’il garde de Nicolas Sarkozy, Silvio Berlusconi a esquivé dans un sourire: «La prochaine question?» L’homme politique italien avait très mal pris l’attitude du Français lors d’une conférence de presse avec Angela Merkel en octobre 2011, qui avait laissé entendre dans un grand sourire qu’il n’était pas possible de faire confiance à Silvio Berlusconi”. Cliccare qui per leggere il commento pubblicato da Paris Match).

E’ un po’ triste questo canto del cigno sempre più stonato e rabbioso. E’ triste e pericoloso, perché un uomo senza più speranze di rivincita è pronto a tutto, anche a cavalcare le rivolte contro lo Stato, come accaduto qualche giorno fa, quando Silvio ha annunciato di voler incontrare il popolo dei forconi, gli esponenti della rivolta nata anni fa in Sicilia e riattizzatasi in questo periodo natalizio con forme tanto violente da indurre gli originari promotori siciliani a disconoscere i recenti esiti della protesta. Per fortuna, ad Arcore ci deve essere qualche insegnante di ballo specializzatosi in piroette per oltre 10 anni, che ha indotto l’ex premier a fare marcia indietro.

L’idea della fine non è compatibile con il personaggio, capace di paragonarsi a De Gasperi e Mandela, ma inadatto ad affrontare la realtà e l’inevitabile declino di ogni cosa. Nella sua testa, ha sconfitto la morte facendosi costruire in giardino dallo scultore Pietro Cascella un mausoleo in pietra, una tomba nella quale ha riservato un posto per gli amici più cari, un’opera d’arte mastodontica e inquietante, anche se un po’ lugubre.
Purtroppo, però, a volte la vita sa essere molto più cruda e cattiva della morte.

Come direbbe Totò, Silvio, «si rassegni». Ci ha fatto ridere e piangere a sufficienza.
In questa pagellina senza importanza, il clown che si credeva istrione – e che in parte lo è stato per un pubblico imbolsito – merita un 6 di sufficienza e di pietas umana. Nonché un approdo conclusivo più dignitoso con se stesso.

P.s. Come commentare l’ultima stampella lanciata all’eroe senza talento? Basta riportare la notizia. Forza Italia pensa ad un emendamento al disegno di legge Ferranti (la presidente Pd della commissione Giustizia della Camera) che restringe le possibilità della carcerazione preventiva e che sarà tra i primi disegni di legge in discussione alla Camera nel 2014. Come riferito dal quotidiano La Repubblica, si lavora per vietare la custodia cautelare verso chi ha superato i 75 anni di età. Se l’emendamento fosse approvato, Berlusconi sarebbe salvo nonostante tutti i possibili reati che dovessero contestargli. Per ora si tratta solo di voci e di ipotesi. Domani… chissà.

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