Equità sociale: 4 e mezzo
20 Giu 2008 | Di Giuseppe | Categoria: Le pagelline Equità sociale insufficiente per l’Italia 2008.
Gli esempi sarebbero molti, ma consideriamone due, i più recenti e macroscopici: l’abolizione dell’Ici per tutte le abitazioni principali (cioè le cosiddette prime case abitate) ed i ticket sanitari che le regioni reintrodurranno molto probabilmente (considerati i consistenti tagli alla spesa pubblica). Se si guardano le cifre, la riduzione della spesa pubblica compensa il mancato gettito dell’Imposta comunale sugli immobili. “La casa è un diritto!” ha sentenziato il centrodestra in campagna elettorale. Giustissimo. Ma la salute dovrebbe esserlo prima di tutto: è il basilare diritto della persona. Ed i ticket sanitari colpiscono proprio i più deboli, coloro che hanno problemi di salute. Dopo il taglio dell’Ici, gli abbienti con case da 200 metri quadrati in centro hanno risparmiato centinaia di euro (si sa, il catasto non è aggiornato e le abitazioni di pregio escluse dallo sgravio Ici sono circa 50.000 – forse meno – in tutta Italia), mentre chi abita in appartamenti da 100 metri quadri in periferia ha risparmiato poche decine di euro (chi aveva abitazioni più modeste era già stato “graziato” da Prodi). Proprio questi ultimi – per i quali 100 euro in meno in un mese rappresentano un serio problema – saranno i primi a soffrire per i ticket, magari lesinando sulle cure.
Auguriamoci che le regioni, in un soprassalto di coscienza, evitino di resuscitare la più odiosa delle imposte: quella sui malati, come se la mancanza di salute fosse un lusso.
Paradosso: a rimetterci saranno soprattutto i ceti popolari che hanno decretato la vittoria elettorale del centrodestra (nelle fasce più acculturate della popolazione, Berlusconi non esercita una gran presa). Il popolo dei reality, di Buona Domenica e del Biscione in genere sarà il primo a pagare la politica di austerità a cui il bilancio statale costringe il governo. Se si volesse assegnare un voto supplementare, un 10 pieno andrebbe a Berlusconi: da grande comunicatore qual è (o imbonitore, secondo i maligni), riesce a convincere i suoi “clienti” anche dell’impossibile. Chapeau.