Era ora!
25 Giu 2010 | Di Giuseppe | Categoria: Opinioni Era ora! Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha calato la scure sul caso Aldo Brancher, il neo ministro per l’attuazione del federalismo che ha invocato il legittimo impedimento (fino al 7 ottobre) pur di non comparire nel tribunale di Milano, dove deve rispondere dell’accusa di appropriazione indebita e ricettazione nell’ambito del processo sulla fallita scalata a Banca Antonveneta da parte della Bpi.
“In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina, a proposito del ricorso dell’on. Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento, si rileva che non c’è nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l’on. Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio“. Questa la nota del Quirinale che è intervenuto in modo irrituale in una vicenda che coinvolge le istituzioni, ma su cui il Presidente della Repubblica non era tenuto a pronunciarsi. Segno evidente – questo – che è stato oltrepassato il segno e che la più alta carica del Paese ha avvertito il dovere morale della chiarezza.
Era ora che qualcuno parlasse, era ora che dal “palazzo” si levasse una voce onesta e ferma come quella di tanti italiani accortisi subito della nomina strumentale a favore dell’ex manager Fininvest.
Quella di Napolitano non è stata l’unica condanna (i finiani e l’opposizione hanno espresso critiche e disappunto). Ma è quella più autorevole e rappresentativa dei cittadini. Dopo aver supinamente controfirmato leggi e decreti di dubbia costituzionalità e sicura convenienza extra-politica (“E’ la legge che me lo impone”), finalmente il Quirinale ha deciso di dare una sostanza alla prima carica dello Stato, che non è solo forma ed avallo, ma che deve essere di concreta garanzia e rappresentatività.
Ovviamente, nessuno può predire se questa presa di posizione sia il preludio di un auspicabile nuovo corso. Però, almeno per questa sera, illudiamoci di vivere in una società ancora capace di reagire e di dire “basta”.