Giustizia sospesa

18 Giu 2008 | Di | Categoria: Opinioni

Centomila processi bloccati 18 giugno 2008 – Il senato ha approvato l’emendamento che sospende i processi fino al 30 giugno 2002. La norma riguarda i reati puniti con meno di 10 anni di reclusione e fa parte del cosiddetto pacchetto sicurezza. I voto favorevoli sono stato 160, quelli contrari 11. L’Italia dei Valori ed il Pd hanno abbandonato l’aula prima del voto; i senatori Udc e Radicali sono rimasti.
Secondo l’Associazione nazionale magistrati (Anm), sono più di 100.000 i processi che si paralizzeranno, mentre gli uffici giudiziari avranno un ulteriore sovraccarico di lavoro, mettendo “in ginocchio la giustizia penale”. Sempre secondo l’Anm, la norma avrà una efficacia pari a zero, contrariamente alle giustificazioni addotte dal Governo.
Fra i processi sospesi, quello a carico di Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari, assieme all’avvocato inglese David Mills (che si è dichiarato pronto a testimoniare). Oltre ad esso, spiega l’Anm, subiranno uno stop i procedimenti per: sequestro di persona, estorsione, rapina, stupro, associazione per delinquere, frodi fiscali, corruzione, abuso d’ufficio, immigrazione clandestina, detenzione di materiale pedopornografico, molestie e maltrattamenti in famiglia, omicidi colposi per colpa medica o a seguito di incidenti stradali, traffico di rifiuti.
Nello stesso pacchetto sicurezza proposto dalla maggioranza, è previsto un inasprimento delle pene, fra cui quelle inflitte ai pirati della strada. Proprio questa dualità (pene più severe e sospensione dei processi precedenti al 30 giugno 2002) ha spinto l’Italia dei Valori a definire “schizofrenica” la condotta del Governo.

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…Ho sempre sorriso ed a volte mi sono irritato quando ho ascoltato la Sinistra che gridava al “colpo di stato”, che strepitava contro “il regime”, negli ultimi 30 anni. L’Italia non è riuscita a tenere in piedi una dittatura nemmeno con Mussolini, che partì con i manganelli e finì per fare sfilare due volte i carri armati in parata lungo le vie di Roma, per rincuorarsi sul ruolo di potenza militare dell’italica stirpe.
Eppure ora, per la prima volta, si affaccia in me l’idea di un colpo di stato del centrodestra (chiamiamolo così, anche se Almirante si starà rivoltando nella tomba). Non con lo scopo di impossessarsi del potere (che ha già), ma con l’obiettivo di scardinare le regole del vivere civile, di mutare l’equilibrio fra i tre poteri (esecutivo, legislativo, giudiziario), alla base di ogni democrazia.
Mi chiedo: esistono argini all’azione di questa maggioranza, sebbene essa disponga dei numeri per decidere, legittimamente attribuiti dall’elettorato?
L’eco di un lontano coro di quaquaraquà mi induce alle scetticismo.

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