Cancellieri: 2

25 Nov 2013 | Di | Categoria: Le pagelline

Il ministro alla Giustizia, Annamaria CancellieriMorto un Papa, se ne fa un altro. A quanto pare, però, la regola valida per i pontefici non è applicabile a ministri e rappresentanti delle istituzioni. La poltrona del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, è stata bullonata al suo posto dal premier Enrico Letta, che l’ha voluta mantenere a tutti i costi nell’esecutivo, nonostante la contrarietà di buona parte del suo partito (il Pd) e contro il comune sentire popolare.

L’arresto della famiglia Ligresti

Il ‘caso Cancellieri’ è nato dalla intercettazione di una sua telefonata fatta il 17 luglio scorso a Gabriella Fragni, compagna dell’ingegner Salvatore Ligresti. La conversazione è agli atti dell’inchiesta sulla vicenda Fonsai. Quel giorno il Tribunale di Torino aveva ordinato l’arresto della famiglia Ligresti al gran completo, nell’ambito dell’inchiesta sul crack delle assicurazioni Fonsai. Il capofamiglia Salvatore finì agli arresti domiciliari, le figlie Giulia e Jonella in carcere, il figlio Paolo risultò irreperibile poiché si trovava in Svizzera, dove risiede. Le manette scattarono ai polsi di Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta (ex amministratori delegati di Fonsai) e di Antonio Talarico, vicepresidente pro-tempore. Tutti vennero accusati di falso in bilancio, per avere occultato un buco da 538 milioni di euro nel solo anno 2010.

Il ministro Cancellieri si mette a disposizione

Salvatore LigrestiAl telefono, la Cancellieri parlò da amica, ma non da alto rappresentante delle istituzioni. Spese parole di solidarietà e, soprattutto, si mise a disposizione per aiutare i Ligresti ed in particolare Giulia, che sembra abbia sofferto di anoressia e che in carcere sta subendo un aggravamento delle condizioni di salute: un caso umano degno della massima attenzione, comune a chiunque passi dalle stelle alle stalle. Purtroppo, nelle carceri italiane si registra uno dei più alti tassi di suicidi dell’intera Europa, a causa delle pessime condizioni in cui si trovano i detenuti, gran parte dei quali è in attesa di giudizio definitivo. Un ministro della Giustizia deve lavorare per tutti e non per un singolo caso. E’ vero che la Cancellieri ha dichiarato di essersi prodigata per i reclusi ogni volta che il suo intervento è stato necessario (centinaia di casi, a suo dire), ma non esistono dati che confermano le sue asserzioni.

Il giudice Caselli nega interferenze del ministro

Giancarlo Caselli, Procuratore Capo della Repubblica di Torino e magistrato in prima linea negli anni di piombo e contro la Mafia, competente a decidere sul caso di Giulia Ligresti, ha assicurato di non avere ricevuto pressioni. La sua parola ha un notevole peso, perché il magistrato ha dimostrato con i fatti una rara integrità morale: per citarne un recentissimo esempio, basti ricordare la sua uscita dalla corrente di sinistra (Magistratura Democratica) dell’Associazione Nazionale Magistrati, dopo la pubblicazione di un articolo di Erri De Luca (noto scrittore ed ex capo del comitato d’ordine di Lotta Continua) indulgente verso gli anni del terrorismo in Italia, apparso su una pubblicazione della stessa Magistratura Democratica.

Le ombre sull’operato del Guardasigilli

Tuttavia, anche se la parola di Caselli garantisce l’assenza di interferenze sull’operato delle autorità competenti, restano ombre sul comportamento della Cancellieri. La prima è il rapporto con la famiglia Ligresti. Sia lei, sia il capostipite (l’ingegnere Salvatore) sono di origini siciliane e la loro amicizia è di lunga data. Nulla di scandaloso, ovviamente, fino a che i rapporti personali non incidono sul profilo pubblico di chi è stato chiamato ad amministrare la nazione.

Piergiorgio Peluso, figlio del ministro Annamaria CancellieriLa seconda, pesante ombra viene proiettata dalla carriera del figlio del ministro, il bocconiano Piergiorgio Peluso, nato nel 1968. Il 45enne sembra un genio della finanza o un predestinato alle cariche di vertice. Come scritto nel blog di Beppe Grillo, è stato “responsabile Investment Banking in Italia, amministratore delegato Corporate, responsabile per l’Italia della Divisione Corporate & Investment Banking”; nella banca Unicredit ha fatto sottoscrivere un aumento di capitale della Fonsai (gruppo Ligresti) con “un investimento di 170 milioni di euro per titoli che oggi valgono 20 milioni”. “Nel 2011 – si legge nello stesso blog – diventa direttore generale di Fondiaria-SAI (sempre del gruppo Ligresti). Ci resta per 14 mesi con uno stipendio annuo di 1 milione e 200.000 di euro; il bilancio del 2011 di Fondiaria-Sai evidenzia 1 miliardo di euro di perdite. Peluso esce dalla società, sostanzialmente fallita, con una buonuscita di 3 milioni e 600.000 euro”, dopo un solo anno di lavoro come direttore generale della compagnia assicurativa. Subito dopo, un altro prestigioso incarico: direttore finanziario di Telecom Italia.

I compensi milionari corrisposti a Piergiorgio Peluso dal gruppo Ligresti, a fronte di risultati che al comune cittadino non sembrano particolarmente brillanti, hanno indotto molti ad ipotizzare che la Cancellieri abbia dovuto firmare un assegno lasciato in sospeso dopo il trattamento di riguardo riservato al figlio, citato come testimone dai pubblici ministeri Gianoglio e Nessi nel processo Fonsai.

Torna in mente il mai rimpianto ministro Elsa Fornero

Ma il banco di chi deve essere giudicato – in una società civile il giudizio non è condanna ma inevitabile analisi – non spetta al giovane Piergiorgio, bensì alla madre, chiamata al governo da Mario Monti, altro bocconiano che dovette salvare l’Italia dal crack dopo i disastri combinati dell’ultimo governo Berlusconi, responsabile di una voragine nel bilancio e nella montagna del debito pubblico italiano. Il governo dei professori – come venne definito dalla stampa – evitò il precipizio grazie alle lacrime ed al sangue degli italiani e portò alla ribalta quelle che dovevano essere le migliori menti del Paese, come la professoressa Fornero, firmataria di una riforma della previdenza di cui si avverte già il bisogno di una rivisitazione (scandalo esodati a parte) e madre di Silvia Deaglio, professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino (dove insegnano padre e madre) e responsabile della ricerca alla fondazione Hugef; il tutto a soli 37 anni. La Cancellieri venne presentata come prefetto di ferro, integerrimo rappresentante delle istituzioni.

Annamaria Cancellieri: “Non ho mai mentito”

Proprio l’osservanza dei suoi doveri di guardasigilli dovrebbe indurla a dimettersi dalla carica di ministro della Giustizia. Il garantismo, cioè l’atteggiamento di doverosa tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, primo fra tutti quello di non essere etichettati in assenza di un accertamento giudiziario, non può avere alcun peso nella vicenda. Chi davvero possiede e rispetta il senso delle istituzioni sa che le ombre non offuscano la persona, ma soprattutto la carica che riveste e che deve restare cristallina. Gli amministrati, cioè i cittadini, hanno diritto ad una rappresentanza che non dia adito a illazioni, dubbi, velate accuse. Prima di pensare a difendere la propria persona, chi assolve ad alti incarichi pubblici deve avere il massimo rispetto possibile per i suoi compiti. Non basta dichiararsi innocente: è necessario che la propria coscienza pulita si riverberi nell’opinione pubblica, consolidando o non incrinando la fiducia nello Stato.

“Non ho mai mentito” ha ribadito più volte la Cancellieri. Però, poi, sono emerse altre intercettazioni, numerosi colloqui fra il marito del ministro ed i Ligresti, le dichiarazioni dell’ingegnere salvatore che ha sostenuto di avere caldeggiato con Berlusconi la scelta dalla Cancellieri. Insomma, troppi elementi sembrano congiurare sulla assoluta integrità morale del ministro della Giustizia. Di italiani integerrimi, ce ne sono ancora e forse sono una moltitudine. La punta di diamante deve guidare il Paese, non altri.

Il rispetto per la carica precede quello verso la persona

Solo quando incertezze, malignità o prove saranno state fugate, il presunto prefetto di ferro (il riferimento è a Cesare Mori che Mussolini mandò in Sicilia per sconfiggere la Mafia) potrà camminare di nuovo a testa alta. Per il momento, si apparti e combatta le malelingue, se tali si riveleranno coloro che ne chiedono le dimissioni.

“La sola idea che si possano ipotizzare favoritismi nella carriera di mio figlio mi fa impazzire”, ha confidato il ministro Cancellieri a caldo. Beh, tutto sommato, forse converrebbe correre subito ai ripari: il dubbio è venuto a tanti e soprattutto a coloro che ogni giorno devono lottare per non affogare nella marea arrogante dei figli di papà o di mammà. L’ex prefetto ne tenga in conto. E agisca come si deve.

* * *

La trascrizione della telefonata intercettata tra il ministro della Giustizia e Gabriella Fragni, compagna dell’ingegnere Salvatore Ligresti, risalente al pomeriggio del 17 luglio scorso, tratta da un articolo de Il fatto Quotidiano (cliccare qui per consultare la fonte)

Fragni: Pronto, Annamaria Cancellieri. Lella?

Fregni: Sì.

Cancellieri: Sono Annamaria. Io sono mesi che ti voglio telefonare per dirti che ti voglio bene, la vita mi scorre in una maniera indegna. Ma oggi dico: “devo trovare il”… perché te lo devo dire, ti voglio bene, guarda, ti trovo vicino e tu non puoi immaginare da quanto tempo.

Fragni: (piange).

Cancellieri: Tu non puoi immaginare, ecco… e adesso basta, guarda, ti voglio proprio bene da morire. Ho sempre detto: “ora la vado a trovare, la vado a trovare”. Ma poi non so manco come mi chiamo io un altro po’ (frase fonetica).

Fragni: E’ stata la fine del mondo.

Cancellieri: La fine del mondo, la fine del mondo sì.

Fragni: E poi tutto sommato (incomprensibile) lui non se lo merita.

Cancellieri: No no, ma poi m’hanno detto che sta male, ma povera Lella, guarda.

Fragni: (piange).

Cancellieri: Senti, non è giusto non è giusto lo so… tu non sai quante volte ho detto: “ora la chiamo” e poi non vengo più a Milano, non so più chi sono… ma da tanto tempo. Poi oggi ho detto: “no adesso basta, il tempo lo devo trovare perché non è possibile questo non è possibile”.

Fragni: La persona, guarda, più buona.

Cancellieri: Eh lo so, lo so, lo so, povero figlio (fonetico), lo so, lo so.

Fragni: Ha sempre fatto quello che poteva per tutti, guarda che fine.

Cancellieri: Lo so, lo so, lo so, lo so.

Fragni: Ma io non è che ammetto che non fatto errori, Annamaria, ma per l’amor di Dio.

Cancellieri: Noooo però.

Fragni: Annamaria l’hanno fatto però c’è modo e modo anche di fare.

Cancellieri: C’è modo e modo. Poi sono (incomprensibile).

Fragni: Poi, sai, con il mondo che abbiamo, tutto pulito in una maniera, coso…

Cancellieri: Mah sì… sì…

Fragni: Sembrano loro che devono ripulire il mondo, non lo so. Poi lui, lui soprattutto…

Cancellieri: Lui, lui, sì sì

Fragni: Lui non se lo meritava, ha lavorato tutta la vita come una bestia, non ha mai fatto il milionario, non ha mai fatto vacanza, non ha mai fatto niente…

Cancellieri: Lo so, lo so.

Fragni: Niente, ecco almeno fosse stato un filibustiero, nel bene e nel male ha dato da mangiare a 20-30 mila famiglie non so io, non lo so.

Cancellieri: No, so di essere in un Paese (incomprensibile).

Fragni: Ma poi (piange).

Cancellieri: Eh lo so, lo so me l’hanno detto, me l’hanno detto. Io ogni tanto sento Nino (fonetico) gli chiedo notizie, non la vedo.

Fragni: E’ venuto, è venuto anche ieri, l’altro giorno.

Cancellieri: Comunque guarda qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, non lo so cosa possa fare però guarda son veramente dispiaciuta.

Fragni: Eh non lo so.

Cancellieri: Sono veramente dispiaciuta. Ma sono mesi che ti voglio…Poi ci sono state le vicende di Piergiorgio (il figlio del ministro ed ex direttore generale della Fonsai, n.d.r.) quindi… guarda…

Fragni: Eh sai anch’io non ho mai chiamato perché mi veniva sempre in mente quel discorso che avevi fatto in cascina, quando mi dicevi: “io non sono contenta non vorrei che ci andasse di mezzo la nostra amicizia” purtroppo sembrava quasi un…

Cancellieri: Guarda, maledetto quel momento, guarda.

Fragni: (piange).

Cancellieri: Eh vabbè… io non so se quanto mai rientrerò a Milano ma appena riesco ad arrivarci, ormai fino a tutto settembre, ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa, veramente, con tutto l’affetto di sempre…con tutto l’affetto di sempre, guarda, non…

Fragni: Va bene va bene. Quando vieni t’aspetto.

Cancellieri: Se tu vieni a Roma, proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti guarda non, non è giusto, guarda non è giusto.

Fragni: Senti, ti mando un bacio, ciao.

Cancellieri: Ti abbraccio con tantissimo affetto.

Fragni: Ciao, grazie.

Cancellieri: Ciao.

 

Notizia del 27 luglio 2015

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio di Piergiorgio Peluso, attuale direttore finanziario di Telecom Italia e figlio dell’ex ministro Annamaria Cancellieri, accusato di concorso in bancarotta in relazione al fallimento di Imco, una delle holding della famiglia Ligresti, ai tempi soci di Fonsai. Peluso è indagato in qualità di ex “amministratore delegato di Unicredit Corporate Banking”.
Cliccare qui per leggere l’articolo sull’Huffington Post.

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2 commenti
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  1. Beh? Ho letto l’intercettazione e non ci vedo proprio niente di strano. La verità e’ che ho l’impressione di vivere in un paese di invidiosi. Punto e basta. Il figlio della cancellieri era manager quando lei manco era prefetto. Ho lavorato in unicredit e vedevo come lavoravano lui e quelli del suo team. E questi attacchi al governo passando per la cancellieri sono strumentali e vergognosi.

    RISPOSTA

    Grazie per aver letto il post e per la sua testimonianza sulle capacità del figlio del ministro. Il testo non è un attacco al governo; prima di una eventuale critica all’esecutivo, è giusto attendere di consultare la legge di stabilità. La Cancellieri è stata nominata prefetto il primo settembre 1993.

  2. Settembre 1993 dopo una brillante carriera universitaria alla bocconi (110 e lode in finanza laureato in anticipo) Peluso lavorava alla arthur andersen negli Stati Uniti. L’equivalente di mckinsey oggi

    RISPOSTA

    Grazie per questa ulteriore informazione.
    Per chi volesse approfondire, riporto il curriculum di Piergiorgio Peluso, tratto dal sito di Telecom Italia (per scaricare il file in pdf, cliccare qui, oppure qui).

    Nato a Roma il 25 marzo 1968.
    Dopo la laurea in “Discipline Economiche e Sociali” (DES), conseguita presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi nel 1992, con la specializzazione in Finanza, dal 1992 al 1994 Peluso ricopre il ruolo di experienced accountant in Arthur Andersen & Co..
    Dopo un’esperienza in Mediobanca come Senior Financial Analyst (1994-1998) e in Credit Suisse First Boston come Vice President del Financial Institutions Group (1998-2000) e del Mergers & Acquisitions Group (2000-2001), nel 2002 entra in Medio Credito Centrale S.p.A. (Gruppo Capitalia) come Direttore Centrale Area Advisory. Ricopre questa carica fino al 2005, quando è nominato Responsabile della Divisione Corporate di Capitalia S.p.A. con la qualifica di Direttore Centrale.
    Dal 2007 al 2009, in seguito alla fusione tra Capitalia S.p.A. ed UniCredit Group S.p.A., è Responsabile Investment Banking in Italia di UniCredit Group S.p.A.. Nel 2009 è nominato Amministratore Delegato della Banca Corporate del Gruppo UniCredito (UniCredit Corporate Banking S.p.A.). In seguito all’incorporazione di UniCredit Corporate Banking S.p.A. nella capogruppo UniCredit Group S.p.A., nel 2010, Peluso è nominato Responsabile per l’Italia della Divisione Corporate & Investment Banking del Gruppo UniCredito.
    Dal 2011 a settembre 2012 è Direttore Generale di Fondiaria-SAI S.p.A..
    Dal settembre 2012 è Chief Financial Officer di Telecom Italia S.p.A..

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