La stampa nazionale: 1
25 Giu 2010 | Di Giuseppe | Categoria: Le pagellineLa Nazionale italiana di calcio perde per 3 a 2 contro la Slovacchia e la parola “vergogna” affolla i titoli della stampa. Poco più di una settimana fa viene nominato un ministro senza portafoglio e senza plausibile motivazione (nonché compito) ed il vocabolo più colorito è “misterioso”. Ma come? Tutti sono pronti a indignarsi per un pallone non andato a segno e nessuno grida allo scandalo quando il premier Berlusconi sceglie un suo ex top manager (Fininvest) per affidargli il neo-dicastero per l’Attuazione del federalismo? Nessuno batte i pugni sul tavolo per contestare la sospetta convenienza dell’investitura, visto che lo stesso Brancher avrebbe dovuto presentarsi una settimana dopo davanti ai giudici del tribunale di Milano per rispondere dell’accusa di ricettazione e appropriazione indebita nella scalata all’Antonveneta? Possibile che nessuna testata abbia avuto il coraggio ed il senso morale di esigere chiarezza da chi ci governa?
Forse oggi, dopo che il neo-ministro ha opposto il legittimo impedimento (“impegnato ad organizzare il suo ministero”) per giustificare la sua mancata comparizione in tribunale, qualcuno azzarderà un “perbacco”, o un “birichino” in sedicesima pagina; forse, oggi, qualcuno si chiederà – in maniera molto velata, dubbiosa e timorosa – se la scelta dell’ex top manager Fininvest non sia stata solo un salvagente gettato per beffare la giustizia dei poveri cristi. Di certo, dal Tg1 dell’Augusto Minzolini, sapremo come i macachi lanciano il loro grido d’amore nelle estati più torride, o di che colore saranno quest’anno le unghie dei piedi delle vip.
A differenza di quanto avviene nel gioco del calcio, nella vita di un Paese pare non ci sia un Lippi che si assuma le sue responsabilità e lasci l’incarico a capo chino. Se la Nazionale perde per 3 a 2, l’Italia perde la dignità in un ambito ben più importante di quello calcistico.
Questo Paese è diventato un Bar dello Sport, dove si sfodera la più cristallina coscienza quando si tratta di puntare il dito contro un rigore negato, ma dove si risponde con una rassegnata scrollata di spalle alle ingiustizie.
A quando la nomina di un cavallo di Arcore al Ministero per le pari opportunità equine?
Due articoli fuori da leggere:
Giuseppe D’Avanzo su La Repubblica: cliccare qui
Cesare Martinetti su La Stampa: cliccare qui.