Marina Berlusconi: 6
23 Gen 2011 | Di Giuseppe | Categoria: Le pagelline“Mi fa letteralmente orrore!” E così Marina Berlusconi, figlia del premier e presidente di Fininvest e del gruppo Arnoldo Mondadori Editore, rimette in circolo l’espressione semi-comica resa celebre dal ministro per i beni culturali (nonché poeta di corte) Sandro Bondi. Quella che sembrava una reazione scomparsa, rimasta appannaggio di qualche zitella fuori dal tempo e fuori dal mondo, sta diventando un marchio di fabbrica o – meglio – di partito, destinato a soppiantare l’esortazione “Vergogna!”, vittima di una inflazione galoppante e quindi sempre meno efficace. Il terrore misto a sdegno e disgusto nella presidentessa Fininvest è stato scatenato dalla laurea honoris causa in Giurisprudenza, che l’Università di Genova ha conferito allo scrittore Roberto Saviano e – soprattutto – dalla scelta delle persone a cui l’insignito ha dedicato l’onorificenza: “tre magistrati, la Boccassini, Forno e Sangermano, che stanno vivendo giornate complicate solo per aver fatto il loro mestiere di giustizia”, con riferimento ai procuratori di Milano da cui è partito l’avviso di garanzia a Silvio Berlusconi per i reati di concussione e di favoreggiamento della prostituzione minorile. Queste le parole della primogenita del presidente del consiglio più sputtanato (in tutti i sensi) della storia d’Italia, come riportato dal Corriere della Sera: «Mi fa letteralmente orrore che una persona come Roberto Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della libertà, della dignità delle persone e della legalità, sia arrivata a calpestare e di conseguenza a rinnegare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi». Per l’imprenditrice, «il mestiere di giustizia» non avrebbe nulla a che vedere con il caso Ruby e con le contestazioni rivolte al padre. Anzi, «la giustizia e coloro che sono chiamati ad esercitarla non dovrebbero avere nulla a che vedere con la persecuzione personale e il fondamentalismo politico che questa vicenda mette invece tristemente, e con spudorata evidenza, sotto gli occhi di tutti».
Alla più battagliera e grintosa dei figli del Cavaliere non fanno orrore il modo in cui suo padre si sarebbe procurato il controllo dell’editrice che lei presiede (è di un anno fa la sentenza civile che condanna la Fininvest ad un risarcimento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti), né la gogna televisiva a cui il relatore della stessa sentenza sul Lodo Mondadori (il giudice Mesiano) venne sottoposto, con il dito puntato sul colore dei suoi calzini e su sue presunte stravaganze, per la quale l’Ordine dei giornalisti sanzionò il direttore della testata Videonews, Claudio Brachino, e l’autrice del servizio, Annalisa Spinoso.
Ma, soprattutto, pare che a Marina Berlusconi non facciano un baffo le rivelazioni sugli sbroccamenti sessuali del padre che, invece di giocare in giardino con i nipotini, secondo le accuse si trastullerebbe con nipotine a frotte, sul lettone di Putin e dove capita in una qualunque delle sue numerose residenze. Possibile che, dopo aver visto foto di tette e piselli al vento a Villa Certosa in Sardegna (come non ricordare l’immagine dell’ex leader ceco Topolanek ingrifato come un rinoceronte?), dopo aver ascoltato e visionato i video della D’Addario, dopo aver saputo del padre che accorre a Casoria per festeggiare una diciottenne, dopo aver appreso delle raggelanti intercettazioni in cui il genitore assume le fattezze di un satiro bolso con un solo pensiero in testa, la Pulzella di Segrate senta lesa la sua acuta sensibilità solo dalla dedica fatta da Saviano?
Le parole della Berlusconi stridono come una rabbiosa recita da fine impero, da Titanic dove si urla contro l’orchestra che stona mentre la nave affonda. La sua è la reazione di chi sente mancare il terreno sotto ai piedi ed è pronto a sgozzare chiunque perché da chiunque oramai si sente minacciato. In una situazione del genere, non si bada molto alla qualità dei testi, al valore delle parole; e, infatti, sono stati scelti i termini cari a Bondi, degni più di un teatrino di periferia che di un palcoscenico nazionale. In spregio all’intelligenza ed al senso della dignità e del decoro di chi ascolta, come si confà ad imbonitori al tramonto.
Perché, quindi, un 6 a Marina? 10 per l’impegno, 10 per il coraggio, 2 per un eccesso di volgarità intellettuale, 2 per la comoda incoerenza. La media è 6.
P.s. Qualora la servitù della famiglia Berlusconi non l’abbia fatto notare ai suoi datori di pagnotta, si richiama l’attenzione sulle parole pronunciate da Salvatore Cuffaro, oggi entrato in carcere a Rebibbia. Parole che hanno fatto apparire l’ex governatore della Regione Sicilia come un gigante – incredibile ma vero – nei confronti di chi ogni giorno lancia strali contro la Giustizia da Palazzo Chigi.
Complimenti per l’articolo: il vero indignato dovrebbe essere il popolo italiano e non questa gentaglia che ha fatto della corruzione e del sottogoverno uno stile di vita e, cosa ancora più grave, lo comunica con orgoglio, senza vergognarsene.
La ringrazio per il gentile apprezzamento.
Il mio più cordiale augurio di serena giornata.