Marino respinto dal Sant’Orsola: fu una scelta politica
27 Dic 2010 | Di Giuseppe | Categoria: In primo piano, In primo piano: newsIgnazio Marino, noto chirurgo ed esponente del Pd, fu discriminato nell’ospedale Sant’Orsola di Bologna. Le trattative fra il senatore e l’amministrazione del Policlinico furono interrotte dopo che Marino sfidò alle primarie Pier Luigi Bersani, attuale segretario del Partito Democratico. Fu quindi una ragione politica (o servile, a seconda dei punti di vista) ad indurre l’Azienda sanitaria a rinunciare alle prestazioni del medico che, per lunghi anni, ha lavorato negli Stati Uniti ai massimi livelli. Non si tratta di una supposizione, ma dei risultati di una indagine durata un anno e svolta dalla Procura del capoluogo emiliano, durante la quale sono stati sottoposti ad intercettazione telefonica anche due medici. Come scrivono i magistrati, il comportamento dei vertici del Sant’Orsola è “sicuramente censurabile sotto il profilo dell’efficacia e completezza del servizio offerto, laddove per ragioni esclusivamente politiche si è rinunciato ad avvalersi dell’apporto di un chirurgo che avrebbe potuto conferire maggior prestigio all’Azienda ed assicurare anche che, attraverso tale collaborazione, l’Azienda stessa potesse offrire un servizio di elevata qualità e specializzazione“. In sostanza, pur non essendo stato commesso alcun reato (nel caso specifico, l’abuso d’ufficio), si è badato ad ingraziarsi un esponente di partito, piuttosto che preoccuparsi della salute degli assistiti. Nella richiesta di archiviazione al Gip, si legge che la collaborazione di Marino con il Sant’Orsola avrebbe potuto nuocere a Bersani e costituire un sostegno alla corsa del senatore per la segreteria del Pd: fu per questi motivi che Augusto Cavina, l’allora direttore generale del Policlinico, decise di soprassedere “velocemente”, facendo una retromarcia che lasciò interdetto ed amareggiato lo stesso Marino, il quale ha così commentato gli esiti dell’inchiesta: “Le affermazioni della Procura di Bologna spingono a riaffermare con vigore la necessità che la politica si tenga fuori dalla gestione della sanità pubblica. E’ un principio centrale (a prescindere dalla mia vicenda personale) che rappresenta l’unica via per modernizzare e rendere più efficace il nostro Servizio Sanitario Nazionale. La sanità dovrebbe avere sempre a che fare con la cura e l’assistenza ai pazienti e non certo con logiche di spartizione politica“.