Micaela Biancofiore: 0–
15 Nov 2012 | Di Giuseppe | Categoria: Le pagellineL’ha pagata cara quella frase, Berlusconi: «Ma quale crisi? Gli aerei ed i ristoranti sono pieni!» La rivelazione venne fatta mentre l’Italia era con un piede nella fossa e lo Stato rischiava di non poter pagare gli stipendi a fine mese (rivelazione – questa sì – fatta da Mario Monti qualche mese dopo il suo insediamento). «Siate ottimisti» esortava il Cavaliere, mentre i mercati si preparavano a trombarlo; siluramento avvenuto a stretto giro di spread in ascesa acrobatica, cioè di tasso di interesse sul debito pubblico che sfondò ogni limite sostenibile.
Da allora, per circa 365 giorni, Berlusconi è stato deriso, insultato, martirizzato da una folla di contribuenti sempre più impoverita dalla crisi.
Tutti attribuirono quella uscita demenziale alla leggerezza, alla furbizia, ad un ottimismo oligofrenico, alla disperazione di un Peter Pan disabituato alla realtà, al colesterolo ed al bunga-bunga.
Sbagliato. Non è così. C’era una logica in quella frase e lo ha svelato qualche giorno fa Micaela Biancofiore, deputato del Pdl ed amazzone bolzanina dell’ex premier.
Ospite del programma “L’aria che tira”, condotto su La7 da Myrta Merlino, l’avvenente parlamentare si è interrogata sulla veridicità della crisi economica di cui tutti si lamentano. La Biancofiore ha riferito di aver visto alle 10 del mattino, in un bar del centro di Roma, dove un cappuccino ed una brioche costano la bellezza di 5 euro, una folla di gente che si intratteneva nel locale invece di stare a lavorare con le maniche della camicia rimboccate: osservazione ineccepibile da parte di una sana figlia del Nord laborioso e da parte di una appassionata esponente d’una formazione politica (il Pdl) che si è sempre accreditata presso la stampa come il partito del fare (basti pensare all’infaticabile Bertolaso che dettava perfino i comunicati alla Commissione Grandi Rischi riunitasi all’Aquila poco prima del terremoto).
La Biancofiore, la quale ha dichiarato di considerare Berlusconi un padre che l’ha vista crescere politicamente, si è ispirata a quella lontana esortazione / constatazione rinfacciata crisi natural durante al caro leader.
Chissà che sdegno avrebbe provato la deputata del Pdl qualora fosse transitata nella piazzetta di Capri durante i giorni a ridosso di Ferragosto: nessun tavolino libero ed una masnada di vacanzieri pronta a mettere sul piattino del conto decine di euro, pur di godersi qualche bibita ed un po’ di refrigerio all’ombra di un pugno di case al largo di Napoli. E chissà come sarebbe rimasta male passando per il porticciolo turistico, con yacht e barche extra-lusso ormeggiate e lucide, in una sorta di sfavillante sfilata che negava ogni difficoltà economica sbandierata dai comunisti e dai disfattisti.
Per le coronarie della Biancofiore, c’è solo da sperare che non abbia fatto un giro a Portofino (anche lì c’è una piazzetta che irride all’allarmismo dei giornali di Sinistra), e che non abbia avuto così sete da entrare in un bar per farsi salassare in cambio di una modesta aranciata.
Chissà che reazione avrebbe avuto a Porto Cervo nel vedere turiste mezze ‘gnude fasciate a malapena da parei firmati e pagati un botto di denari; magari, notando anche in Costa Smeralda panfili da capogiro, le sarà venuta voglia di prendere qualche giornalista per le orecchie e di fargli constatare con i suoi occhi che la crisi attribuita al malgoverno del centro-destra era solo una finzione cattiva, architettata per disarcionare il miglior presidente del consiglio che l’Italia abbia mai avuto.
Con che coraggio darle torto? Tutti sanno che i bar al centro di Roma, dove un cappuccino ed una brioche costano 5 euro, sono abitualmente frequentati da cassa-integrati e da operai dell’Ilva di Taranto in trasferta nella capitale, da minatori del Sulcis, dai lavoratori della Fiat di Pomigliano d’Arco e da pensionati che godono di un vitalizio di 6-700 euro al mese.
L’ortodosso spirito di indagine di Micaela Biancofiore (ortodosso in senso pidiellino) fa così tenerezza che viene voglia di aiutarla: fra non molto sarà Natale; quindi, perché non andare a verificare la veemenza della crisi anche a Cortina d’Ampezzo, possibilmente all’Hotel Posta? Eppoi, se la bionda signora non volesse stare nel frattempo con le mani in mano, potrebbe fare un salto a Venezia e sedersi al bar Florian, oppure, se ama il clima mite, potrebbe recarsi a Taormina, o al Regina Isabella di Ischia approfittando delle sue ricerche per fare qualche cura termale.
Scrivere un voto nella ipotetica pagellina della Biancofiore è difficile, tanto difficile. Sicuri che si tratti di una donna determinata ad andare alla radice delle cose, a controllare de visu quel che accade nel Paese, capace di scavare fino in fondo per giungere alla verità, sarà bene assegnarle uno zero meno meno (0–), così, per darle l’abbrivio necessario ad un energico salto: considerato il punto di partenza delle capacità di analisi sue e del suo partito, non potrà che risalire alla grande.
Se non ci si è annoiati troppo a leggere la triste storia della Biancofiore (sembra una fiaba e la signora ha davvero un volto da fatina), quale riprova del suo genuino acume investigativo si potrebbero citare altre sue parole, sempre pronunciate durante il programma tv “L’aria che tira”.
Alla giornalista Myrta Merlino che le mostrava il titolo “Fate presto”, pubblicato dal Sole 24Ore poco prima della caduta dell’ultimo governo Berlusconi, l’amazzone del Pdl ha risposto: «Dopo un anno di governo Monti, il debito pubblico italiano è salito al 126,4% del Pil. Con noi era al 120%».
Anche in questo caso, Biancofiore fa rima con “buon cuore” e si fatica ad essere così maligni da obiettare che quasi sempre, dopo che una casa è stata teatro di banchetti oltre i mezzi disponibili, arrivano il fallimento e la riscossione dei debiti contratti in precedenza. Una persona normale non si stupirebbe di accorgersi che il rosso in banca sale quando non si rimborsano i prestiti, perché il denaro costa, ha un prezzo, va pagato. Se in tre anni il governo Berlusconi ha fatto crescere il debito pubblico di quasi 300 miliardi di euro, è consequenziale che poi salga anche la spesa statale sugli interessi, così come è plausibile un aumento percentuale del debito rispetto al Pil dopo l’azzoppamento della produttività e della concorrenzialità di un Paese.
E’ vero che, nell’immaginifico annuncio di ritorno in pompa magna, l’oracolo di Arcore (tanto per fare da contraltare all’oracolo di Omaha, Warren Buffet) ha sentenziato in ossequio alla tradizione craxiana: «Il nostro Pil emerso deve essere sommato al Pil sommerso: è una caratteristica della nostra economia, è prodotto. Così noi si andava a oltre 2.000 miliardi di Pil e si scendeva sotto il 100% del debito». Però, chi glielo dice alla Biancofiore che per il G8 della Maddalena, poi spostato a L’Aquila, sono stati sborsati oltre 4 miliardi di euro per pura vanità? Come si fa a rivelare ad un deputato così devoto al capo che l’imposta sulla casa – l’indigesta Imu – fu istituita dal decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 sul Federalismo Municipale e che il governo Monti l’ha solo anticipata di due anni per tacitare i creditori?
Chi è così crudele da sussurrarle che la disperazione di circa 400.000 pensionati colpiti dal ricongiungimento oneroso (con richiesta di esborsi fino ad oltre 300.000 euro per ottenere un vitalizio accetabile) grava su decisioni assunte nel 2010, nel pieno del più fulgido berlusconismo nazionale?
C’è qualche volontario disposto a raccontare alla Biancofiore del salvataggio Alitalia costato circa 5 miliardi di euro solo per continuare a bearsi del tricolore sulle ali della compagnia di bandiera per qualche anno, mentre decine di migliaia di risparmiatori imprecavano ritrovandosi in mano obbligazioni della stessa Alitalia redditizie quanto la carta straccia? E chi si prende la briga di confidarle che l’aumento dell’Iva era stato ipotizzato e ritenuto inevitabile dal ministro delle Finanze del “suo” esecutivo nell’estate del 2011, nonostante ora Angelino Alfano blateri di essere riuscito scongiurarlo con i tecnici a Palazzo Chigi?
Infine, per tagliare corto, con che spudoratezza Monti potrà mai dire al Pdl ed ai suoi aderenti che dopo un anno, il 14 novembre scorso, il rendimento dei Btp è sceso ai minimi dal 2010, alla faccia del geniale imprenditore sceso a Roma dalla Brianza?
Inutile stare a provocare con ricordi tignosi: con donne così ricche di passione, è meglio derubricare ogni ragionamento a secondaria incombenza, da assolvere in fretta dopo aver passato una bella mano di fondotinta sul proprio volto e su quello del Cavaliere.
Le illuminazioni di Micaela Biancofiore durante “L’aria che tira” su La7 (inizio dopo 2 minuti e 40 secondi)