Nuove elezioni?

17 Nov 2009 | Di | Categoria: In primo piano, In primo piano: note

La maggioranza, per bocca del presidente del senato, Schifani, ha avanzato la possibilità che si giunga a nuove elezioni politiche. Perché? per compattare la stessa maggioranza. Queste le intenzioni del Pdl o, meglio, del premier Berlusconi.
A questo punto, il cittadino resta disorientato. Ma come? questa coalizione ha i numeri per approvare qualunque legge ordinaria (quelle costituzionali no, perché occorre una maggioranza qualificata); Silvio detiene il record di permanenza al governo; Bossi si dichiara alleato fedelissimo, tanto che, dopo aver sbraitato per 20 anni contro Roma ladrona e la partitocrazia corrotta, ora è pronto ad approvare una riforma della giustizia cucita su misura per le grane giudiziarie del leader; le voci dissenzienti vengono tacitate sui mass media (l’unica fonte a cui la popolazione può attingere per sapere i fatti del Palazzo) dai falchi che siedono alle scrivanie dei quotidiani e delle tv. Addirittura, Casini, che è formalmente all’opposizione, suggerisce la strada da percorrere per evitare le “note cure” (nel senso di preoccupazioni) al povero Silvio inseguito da torme di magistrati.
Le motivazioni sono evidentemente altre e vanno cercare nella fronda interna, che tanto fronda non dovrebbe essere considerata, poiché ad avanzare critiche ad alcune scelte legislative è il cofondatore del Pdl, cioè Gianfranco Fini, ex leader di Alleanza Nazionale.
Il sospetto che Mary Poppins non dimorasse nelle stanze del centro-destra era venuto assistendo alla sfilza di richieste di fiducia (siamo a quota 28) fatte dal Governo in Parlamento, una scorciatoia tanto rimproverata a Prodi, quanto praticata dall’attuale maggioranza. Se i numeri ci sono, perché ricorrere a questo escamotage che aggira eventuali dissensi?
Le elezioni anticipate potrebbero rappresentare la resa dei conti con i rivoluzionari in casa, e cioè Fini con i suoi 50-60 fedelissimi. Il meccanismo potrebbe essere semplice. Gli elettori votano le formazioni e non più i singoli candidati. La scelta di questi ultimi viene operata dai vertici; in questo caso, da Berlusconi. E’ azzardato ipotizzare che assisteremo alla decimazione dei finiani? O che molti, sentendosi mancare la poltrona sotto alle terga, farebbero un bel salto del fosso proclamandosi berlusconiani doc?
Da cittadino, posso solo sperare in un uomo: il presidente della Repubblica, Napolitano, l’unico che, rifiutandosi di sciogliere le Camere, potrebbe sventare questi giochi sulle miserie del nostro sempre più povero Paese.

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