Pol Spot

16 Gen 2009 | Di | Categoria: Opinioni

E’ stato uno spot televisivo pro Palestina la puntata di AnnoZero andata in onda questa sera, 15 gennaio 2009.
Il conduttore Michele Santoro ha rispolverato l’armamentario sinistro della Sinistra stampo anni ’70-’80, paludato con le vesti del sacro cerimoniere dell’informazione. In un botto, è riuscito ad azzerare quanto di buono ha fatto nel denunciare le malefatte del Cavaliere e ad accreditare l’opportunità dell’editto bulgaro con cui Berlusconi caldeggiò l’esilio dalle reti Rai dello stesso Santoro, di Enzo Biagi (quanto risulta ingiusto l’accostamento!) e del comico Daniele Luttazzi.
D’istinto, al termine della trasmissione, è venuto da dire: no, non ci si può avvalere del servizio televisivo pubblico per veicolare messaggi faziosi, disinformati, rabbiosi, che ricorrono alla furba leva dell’emotività.
A dar man forte a Mike il Rosso, un Vauro che sembrava uscito dalla naftalina di Lotta Continua; il vignettista pistoiese ha raggiunto il clou del patetico, del retorico, del malevolo quando ha sfoderato una lunga serie di disegni di giocattoli dedicati ai bambini palestinesi morti sotto ai bombardamenti.
Per fortuna – sua e nostra – la voce più ferma contro l’impostazione del programma è stata quella della giornalista (di sinistra doc) Lucia Annunziata: dopo aver puntualizzato in merito ad alcune dichiarazioni distorte (pro palestinesi, ovviamente) e dopo aver fatto più volte notare che la trasmissione era squilibrata e quindi giornalisticamente sbagliata, è stata accusata dal limpido Santoro di voler guadagnare meriti agli occhi di qualcuno; a quel punto, visibilmente indignata, l’Annunziata si è alzata ed è uscita dallo studio.
Il programma era iniziato con un reportage che mostrava le sofferenze dei palestinesi, i morti, i feriti, soprattutto bambini. Poi si è avviato il dibattito in studio, al quale non poteva mancare la giornalista palestinese Rula Jebreal, tanto curata nel trucco quanto approssimativa nelle informazioni (per citare un caso, l’uso dei proiettili al fosforo, considerato criminale benché in realtà sia in dotazione a tutti gli eserciti e serva solo a creare cortine fumogene). Erano presenti anche la scrittrice italo-israeleliana Manuela Dviri, l’analista militare Andrea Nativi, il giornalista di Al Jazeera-International per l’Europa, Claudio Lavanga. All’equilibrio di Nativi, hanno fatto da contraltare i resoconti di Lavanga (che pretende di avere informazioni di prima mano sebbene ammetta che i suoi corrispondenti si trovino dietro ad un muro che nasconde le operazioni), le confuse argomentazioni della Dviri (forse tradita dall’emotività, poiché ha perso un figlio soldato in Libano), ma soprattutto il trionfo di sciarpe dei palestinesi in collegamento da Milano, adusi a chiamare “ebrei” gli “israeliani” (una abitudine che spiega molte cose).
Il progressista Santoro ha costruito un dibattito con decine di palestinesi ed una sola israeliana di 25 anni, ex soldatessa che ora studia in Italia e che si è salvata per un soffio da un attentato suicida su un autobus. In sintesi: una nuvola di sciarpe con i piccoli scacchi bianchi e neri, con Vauro ringalluzzito che si sentiva più giovane di 30 anni, con l’epica del martirio che aleggiava su ogni immagine ed ogni parola.
Travaglio, che non è stupido, è intervenuto poco, pochissimo; in pratica, si è defilato. Ed ha fatto bene, perché ad un certo punto, interloquendo con Tobia Zevi, consigliere della Comunità ebraica di Roma e coordinatore del Consiglio (nonché membro del coordinamento nazionale dei Giovani del Pd), anche Santoro è uscito di brocca, sproloquiando contro i politici ed in particolare contro il socialismo europeo e Veltroni, rei di non fare abbastanza per risolvere la questione (e il dramma) palestinese.
Cosa resta dopo circa due ore di falso giornalismo? Restano le immagini dei musulmani che hanno pregato davanti al Duomo di Milano, impadronendosi di una piazza e di un luogo sacro per i cattolici, certamente consapevoli che se qualche cristiano si azzardasse a compiere lo stesso rito davanti ad una moschea di Gaza verrebbe linciato; restano l’arroganza, l’arbitrarietà, l’antisemitismo palpabile nelle parole dei palestinesi intervistati; restano le immagini dei cortei (a proposito, Sergio Cararo, portavoce del Forum Palestina, ha annunciato per sabato prossimo 17 gennaio una manifestazione nazionale di solidarietà a favore del popolo palestinese, con almeno 100.000 partecipanti), le bandiere di Israele bruciate, le accuse di genocidio a chi il genocidio lo vive da sempre, gli slogan più beceri e vigliacchi, le urla e la sceneggiata arabo-napoletana nelle piazze; restano gli occhialetti di una ragazza palestinese ospite in Italia, a cui la Jebreal ha quasi tolto la parola mentre la giovane studentessa stava prendendo le difese di Hamas; restano i discorsi contraddittori di un italiano fattosi musulmano (che ha richiamato Santoro per aver pronunciato il nome di Allah invano) e di un palestinese che fa il cuoco a domicilio, i quali sostenevano che Hamas è stato eletto dal popolo e che i razzi vengono sparati da tutti (lo ha dichiarato il cuoco, nonostante l’intervento riparatore della solita pasdaran in tacchi a spillo).
Che rabbia! Se Santoro voleva descrivere la situazione di Gaza, doveva preparare un reportage documentato attenendosi ai fatti. Se aveva davvero intenzione – come ha dichiarato – di promuovere un dibattito che prospettasse qualche soluzione al dramma della Palestina (dramma per palestinesi e per israeliani), avrebbe dovuto dare eguale voce alle diverse ragioni, non limitando la testimonianza israeliana ad una ragazza, ad una scrittrice pacifista che odia chi le ha mandato a morire il figlio ed al rappresentante della comunità ebraica di Roma che ad ogni dibattito in tv ripete lo stesso discorso (la polarizzazione delle posizioni, la necessità di vivere assieme). Costruendo il programma come uno spot, Santoro ha ottenuto l’effetto di spargere puzza di bruciato sull’intera “operazione”, di fomentare ulteriori contrasti tra le opposte fazioni (quando si accusa Israele di perpetrare l’olocausto palestinese si è partigiani e disinformati poiché si dimentica, tanto per fare un esempio, la strage di Settembre Nero voluta da Re Husayn di Giordania), di instillare negli italiani un acuto senso di fastidio verso la causa palestinese (non verso le vittime innocenti, sia chiaro) che forse merita paladini migliori.
Fino a che la sinistra avrà tra le sue fila questo genere di sacerdoti, fino a che sarà complice di portatori di odio in trasferta che approfittano con arroganza delle libertà concesse in Italia, fino a che non farà un serio esame di coscienza e non darà prova di responsabilità (come Lucia Annunziata), fino a che ci saranno nostalgici in naftalina alla Vauro (a cui il rosso fa l’effetto del Viagra), la destra potrà dormire sonni sereni. E la Lega vedrà approvate tutte le richieste di tasse sugli immigrati, sebbene i balzelli colpiranno soprattutto gli stranieri onesti e lavoratori.
Complimenti, Santoro, gente come te è capace di riportare indietro di 30 anni le lancette degli orologi e di far guadagnare consensi a valanga a questa destra che ritorce contro i “progressisti” (definizione imbecille) gli slogan di un tempo indegno.
Se fossi in Berlusconi, starei zitto, nulla direi contro questo “uso criminoso” della tv pubblica: il teatrino imbastito ad AnnoZero parla e “germoglia” da solo. Se domani a Montecitorio non ci saranno interrogazioni parlamentari, significherà che Mike il Rosso ha fatto un regalo da re al piccolo Cesare. Il quale potrà sentenziare: “Visto che avevo ragione?”

Appendice del 16 gennaio 2009

Botta e risposta pubblicate sul sito di AnnoZero. Fini: “Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha telefonato al presidente della Rai Claudio Petruccioli e nel corso del colloquio ha affermato che nella trasmissione ‘Annozero’ di ieri sera è stato superato il livello di decenza”. [ANSA 12:31; 16 Gennaio 2009]. Santoro: “In un paese normale il livello della decenza lo supera un Presidente della Camera che, travalicando i suoi compiti istituzionali, interviene per richiedere una censura nei confronti di un giornalista che sta compiendo il suo dovere di informare l’opinione pubblica.”

Premettendo che mai avrei immaginato di trovarmi a perorare la causa del centro-destra, butto giù alcune osservazioni.

1) Riecco la tiritera della censura, argomento statisticamente preponderante sulla bocca di chi non ha ragioni valide e non è abbastanza intelligente da capirlo.

2) Fini ha espresso un parere, sia come cittadino, sia come organo super partes del potere legislativo. In base a quanto risulta dai resoconti, il presidente della Camera non ha invocato una censura, ma ha manifestato disappunto. Se si volesse cavillare, si potrebbe obiettare che il suo non è stato un comportamento fuori dalle regole istituzionali, visto che la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai è bloccata da un Villari col sedere attaccato alla poltrona. Il Parlamento deve vagliare l’operato della tv pubblica; se è impossibilitato a farlo tramite l’organo deputato, qualcuno deve assumersene l’onere, se non si vuole una televisione fuori da ogni controllo.

3) Lacrime e martello. Certa Sinistra non sa fare altro che pescare nell’ovvio e ricorrere allo sport nazionale: le lacrime, la pietà a poco prezzo, la solidarietà a gratis. Fra un Santoro che proclama di non poter accettare la morte di tanti bambini palestinesi (qualcuno l’ha mai desiderata?) e che depreca la guerra (ma va? originale come posizione) ed una De Filippi o una Carrà che ricongiungono famiglie lontane da decenni e che regalano commoventi carrambate, la differenza è… (Anno) Zero.

E’ ora che l’informazione e la propaganda smettano di strumentalizzare le sofferenze della gente col fine di darsi un tono e di creare consenso. In linea di principio, la strumentalizzazione è parallela a quella attuata dagli estremisti palestinesi che mettono i fucili in braccio ai bambini per insegnare loro ad uccidere gli ebrei.

4) “giornalista che sta compiendo il suo dovere di informare l’opinione pubblica” ? Ma per favore! Informare significa offrire una panoramica completa, a meno che non si scelga il mestiere dell’opinion maker (o opinion leader) e del capopolo (per dirla con termini nostrani). Santoro abbia l’umiltà, il coraggio, la dignità, l’intelligenza di ammettere che ha svolto male la sua professione di giornalista e che il programma gli è sfuggito di mano (se così è stato e se mai la scaletta non fosse stata pianificata ad arte, cioè con un obiettivo ben definito). Magari deluderà i tifosi alla pari di un Ronaldo che sbaglia rigore (in Italia sono tutti allenatori, giornalisti e dispensatori di bontà) ma, almeno, potrà usare di nuovo la parola deontologia senza rischiare sghignazzi divertiti.

Il sito di AnnoZero: http://www.annozero.rai.it/

Lucia Annunziata lascia lo studio di AnnoZero, trasmissione condotta da Michele Santoro

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2 commenti
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  1. “D’istinto, al termine della trasmissione, è venuto da dire: no, non ci si può avvalere del servizio televisivo pubblico per veicolare messaggi faziosi, disinformati, rabbiosi, che ricorrono alla furba leva dell’emotività.”

    Questa frase non ha senso, soprattutto se preceduta da quest’altra
    “In un botto, è riuscito ad azzerare quanto di buono ha fatto nel denunciare le malefatte del Cavaliere e ad accreditare l’opportunità dell’editto bulgaro con cui Berlusconi caldeggiò l’esilio dalle reti Rai dello stesso Santoro, di Enzo Biagi (quanto risulta ingiusto l’accostamento!) e del comico Daniele Luttazzi.”

    la faziosità è cosa vostra. Auguri 🙂

  2. Grazie per aver letto e commentato questo post.
    Riguardo alla sua osservazione, mi limito a constatare che la faziosità è la casacca di chi è solito vedere tutto il bianco e tutto il nero da una parte o dall’altra e trova senza senso l’autocritica o la critica verso il proprio “schieramento”, ritenendo che esistano ordini di scuderia da rispettare con bovina acquiescenza. Intrupparsi è la condotta dei caporali, capaci di vedere solo amici o nemici. Da questo punto di vista, mi sento sereno: sono sempre stato e sono un pessimo soldato.
    Riguardo a Santoro, credo sia naturale possa commettere errori ma anche fare cose egregie. Senza paraocchi, non si incontra alcuna difficoltà a rilevarlo.
    Ricambio gli auguri. Forse ne ha bisogno anche lei.

    P.s. Noto che ha usato l’aggettivo possessivo “vostra”. Di mio, ho le idee, libere e personali, di cui faccio legale spaccio in questo piccolo blog, senza obblighi di condivisione. Non penso sia una colpa.

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