Sentenza terremoto a L’Aquila, gli scienziati protestano
24 Ott 2012 | Di Giuseppe | Categoria: In primo piano, In primo piano: newsA L’Aquila, dopo il terremoto che nel 2009 ha ucciso 309 persone, si è svolto il processo per individuare eventuali responsabilità. La sentenza che ha condannato i componenti della Commissione Grandi Rischi ha suscitato polemiche in Italia ed all’estero, dove la notizia è stata pubblicata da tutte le principali testate giornalistiche. Anche su internet il dibattito è acceso. Moltissime persone hanno commentato la sentenza; probabilmente, poche l’hanno interpretata in modo corretto.
Documenti (aggiornamento del 20 gennaio 2013)
» Articolo sulle motivazioni della sentenza e sul servizio di PresaDiretta al processo.
» Le motivazioni della sentenza emessa il 22 ottobre 2012, rese note il 18 gennaio 2013.
» La requisitoria del 25 settembre 2012, pronunciata dal pubblico ministero Fabio Picuti.
» Il verbale della riunione della Commissione Grandi Rischi, svoltasi il 31 marzo 2009.
» La Legge n. 225 del 24.02.1992 istitutiva del Servizio nazionale della protezione civile.
Il presidente della Commissione Nazionale Grandi Rischi, Luciano Maiani, si è dimesso; la stessa scelta è stata compiuta dal presidente emerito Zamberletti e dal vicepresidente Rosi. Gli studiosi non si sentono tutelati e Maiani ha dichiarato al Messaggero: «Non è più possibile fornire allo Stato una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati, sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica. Non accade in nessun altro Paese al mondo».
Come annunciato dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, il governo chiederà il ritiro delle dimissioni.
Riferendosi alla sentenza emessa dal Tribunale dell’Aquila, Clini ha detto: «Aspetto di leggere le motivazioni che saranno molto utili per capire»; se i membri della Commissione fossero stati condannati per non aver previsto il sisma, «sarebbe assurdo».Parlando durante la trasmissione “Radio anch’io”, il ministro ha toccato quello che sembra essere il punto focale della vicenda: «Aver affidato decisioni politiche ad un comitato di tecnici e scienziati penso sia stato l’errore commesso a L’Aquila». Per Clini «deve cambiare o essere più chiara la catena di comando; non si può chiedere a tecnici e scienziati di assumersi una responsabilità che dovrebbe essere amministrativa»; ciò che serve è «avere un quadro di informazioni più chiaro possibile; a fronte di questo, si devono assumere gli scenari di rischio più cautelativi».
In pratica, gli studiosi devono fornire il proprio parere e gli amministratori devono prendere decisioni per tutelare la popolazione.
Negli Stati Uniti una influente organizzazione non governativa, la Ucs (Union of Concerned Scientists), ha criticato la sentenza di condanna della Commissione Grandi Rischi, definendola «assurda e pericolosa» e chiedendo l’intervento del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. L’Ucs ha scritto: «Immaginate se il governo accusasse di reati criminali il meteorologo che non è stato in grado di prevedere l’esatta rotta di un tornado, oppure un epidemiologo per non aver previsto gli effetti pericolosi di un virus».
Sempre negli Usa, l’Associazione americana per l’avanzamento della Scienza (AAAS) ha prospettato il rischio che condanne del genere «rallentino le ricerche e blocchino il libero scambio di idee necessario per il progresso scientifico».
Il responsabile del Centro terremoti per il sud della California, Tom Hordano, si è dichiarato indignato ed incredulo, pur ammettendo che «il sistema aveva delle falle».
In Giappone, Paese ad alta sismicità, l’Earthquake Research Institute ha ribadito quanto oramai risaputo da anni e cioè che «Non è possibile prevedere una forte scossa sismica». Secondo Shinichi Sakai, professore associato dello stesso Istituto di Tokyo, ha affermato: «Non è chiaro se la sentenza debba essere imputata ai componenti del comitato perché avevano la responsabilità di fornire informazioni su provvedimenti e misure da adottare, o perché i componenti sono colpevoli di valutazioni sbagliate come scienziati». Comunque sia, Sakai ha sottolineato che «In Giappone non ci sono mai stati processi simili».
Più articolata e meno impulsiva, invece, è stata l’analisi pubblicata sul sito Scientific American. David Ropeik, istruttore alla Harvard Extension School, sembra avere bene interpretato la decisione del magistrato aquilano: «il processo non era alla scienza, né alla sismologia né alla capacità o alla incapacità degli scienziati di prevedere i terremoti». Gli imputati sono stati accusati di aver dato informazioni «inesatte, incomplete e contraddittorie» sul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento.
La pena non è stata inflitta per l’incapacità di prevedere il terremoto, ma per il comportamento degli esperti che, al termine dell’ennesima riunione, non fornirono alla popolazione informazioni sufficienti sul rischio che si stava correndo: «La scarsa comunicazione è stata una grave mancanza, anche se gli scienziati dividono la responsabilità con il governo italiano».
Queste le parole di Ropeik che inquadrano bene la situazione: «contrary to the majority of the news coverage this decision is getting and the gnashing of teeth in the scientific community, the trial was not about science, not about seismology, not about the ability or inability of scientists to predict earthquakes. These convictions were about poor risk communication, and more broadly, about the responsibility scientists have as citizens to share their expertise in order to help people make informed and healthy choices».
Poi, lo studioso statunitense attacca l’Associazione americana per l’avanzamento della Scienza (AAAS), definendo ridicola e ingenua la condanna del verdetto, poiché gli imputati sono stati condannati per le informazioni «inesatte, incomplete e contraddittorie» fornite in merito alle piccole scosse che hanno preceduto il sisma del 6 aprile 2009.
Questo è il passaggio sopra citato: «It is ludicrous and naïve for the American Association for the Advancement of Science to condemn the verdict, as they did the charges when they were filed, as a misunderstanding about the science behind earthquake probabilities. That this was never about the ability of seismologists to predict earthquakes is clear from the very indictment itself; the defendants were accused of giving “inexact, incomplete and contradictory information” about whether small tremors prior to the April 6 quake should have constituted grounds for a warning».
Per conoscere le ragioni che hanno indotto il giudice Marco Billi a comminare 6 anni di reclusione ai 7 scienziati della Commissione Grandi Rischi, occorre attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza. Quindi, è sbagliato formulare subito dei giudizi.
Tuttavia, in base agli elementi attualmente conosciuti, si può tentare di capire l’operato della magistratura e di fare chiarezza.
1) Il giudice non ha condannato gli imputati perché non hanno saputo prevedere il terremoto come scienziati; li ha condannati perché non hanno saputo tutelare la popolazione del territorio aquilano, pur avendo poteri decisionali. Ben 309 morti rappresentano la prova di questa incapacità. Il magistrato non ha giudicato le conoscenze degli scienziati, ma ha sanzionato l’operato di una commissione statale; non ha preteso una predizione impossibile, ma ha stigmatizzato la colpevole inerzia di un organo istituzionale / burocratico.
2) Enzo Boschi (presidente dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia, l’Ingv) e Franco Barberi (presidente vicario della Commissione Grandi Rischi) lanciarono un “allarme terremoto” nell’area della Garfagnana, nel gennaio 1985, evacuando circa centomila persone. Perché a L’Aquila non è stata presa la stessa decisione? Se si voleva evitare un esodo di massa, si poteva comunque informare la popolazione del rischio sismico. Nessuno, però, avvertì gli aquilani.
3) La tesi difensiva su cui si arrocca il mondo accademico è l’impossibilità di prevedere con esattezza gli eventi tellurici. E’ vero. Però, di conseguenza, si deve ammettere che è altrettanto impossibile avere la certezza che essi non possano verificarsi, soprattutto in presenza di indizi allarmanti, come l’aumento del gas Radon sul territorio. Non è accettabile sostenere la tesi difensiva ignorandone il corollario logico.
Nel verbale stilato al termine della riunione tenuta il 29 marzo 2009 dalla Commissione (una settimana prima del sisma), si legge più volte che gli esperti non possono escludere la possibilità di un evento sismico. Nel documento è scritto: «Prende poi la parola il Prof. Boschi, per completare il quadro conoscitivo del fenomeno. L’attività sismica a L’Aquila si manifesta in un’area di confine tra due grosse strutture sismogenetiche. I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta.»
Fra il 1349 ed il 1703, a L’Aquila si sono registrati 4 terremoti del 10° grado della scala Mercalli.
4) Dal sopra citato verbale, emergono ovvietà note anche a qualunque cittadino: nessuno può predire con certezza il luogo ed il momento in cui avverrà un terremoto; in un territorio a forte rischio sismico, la principale prevenzione è costituita dalla realizzazione di edifici sicuri e dal rafforzamento di quelli esistenti. Se il compito della Commissione fosse stato soltanto quello di ribadire luoghi comuni, di invitare a prestare attenzione, essa non aveva ragione di esistere. Pagare 7 scienziati perché facciano pura conversazione senza giungere a conclusioni concrete e senza fornire direttive per l’incolumità pubblica è una follia.
5) Guido Bertolaso, allora capo della Protezione Civile, durante una telefonata (intercettata) con l’assessore regionale Daniela Stati parlò di «operazione mediatica». In pratica, si voleva tranquillizzare la cittadinanza del capoluogo abruzzese per evitare allarmismi e panico. Alla luce dei fatti, questa decisione si è rivelata ponderata e condivisibile? Perché nessuno dei componenti della Commissione Grandi Rischi protestò contro le scelte di Bertolaso? Uno scienziato deve essere ben consapevole delle proprie conoscenze ed ha il dovere di far valere il suo parere, soprattutto se ricopre incarichi governativi. Sottrarsi a tale dovere è una negligenza che va punita.
6) Il tecnico aquilano Giampaolo Giuliani lanciò più volte l’allarme di un probabile terremoto, dopo aver rilevato un anomalo aumento di gas Radon. Giuliani arrivò perfino a predire un sisma a Sulmona, una città vicina a L’Aquila. Poiché la previsione fu errata, il tecnico venne denunciato per “procurato allarme”; quest’ultimo è un reato abbastanza grave che venne imputato anche a Zamberletti, allora capo della Protezione Civile, in occasione dell’evacuazione dell’area della Garfagnana nel 1985.
Se uno scienziato vuole evitare responsabilità, se non vuole rischiare denunce, resta nel suo laboratorio e non sceglie di ricoprire incarichi pubblici. E’ troppo comodo godere di onori e scansare oneri.
7) Tornando a Giuliani, perché Bertolaso lo definì un «imbecille» e perché si decise di metterlo alla berlina? Esistevano precise e fondate motivazioni scientifiche per screditarlo? E’ vero – si ripete – che non è possibile prevedere i terremoti, ma è anche vero che la scienza si interroga sui segnali premonitori; fra questi figura l’aumento del Radon e Giuliani lo dichiarò più volte. Poiché i fatti vanno giudicati in base all’esperienza, cioè in base a quanto accaduto, il tecnico tanto sbeffeggiato ebbe ragione e Bertolaso avrebbe dovuto chiedere scusa, assieme a tutti coloro che lo derisero.
8) Vladimir Kossobokov, sismologo russo di fama internazionale, si è rifiutato di offrire la propria solidarietà ai colleghi della Commissione Grandi Rischi indagati ed in tribunale ha criticato l’operato della stessa Commissione da un punto di vista scientifico: come riportato dalla stampa, secondo lo scienziato russo, il ripetersi di piccole scosse non può portare alla conclusione che ci si trova di fronte ad uno scarico di energia, come fu detto in quei giorni per escludere l’imminenza del disastro.
In attesa di conoscere le motivazioni della sentenza che saranno pubblicate nelle prossime settimane, in estrema sintesi si può affermare che il giudice dell’Aquila non ha condannato 7 scienziati perché sono stati incapaci di prevedere il terremoto – per quale ragione un magistrato dovrebbe essere così stupido? – ma ha condannato 7 alti burocrati che avrebbero dovuto prendere vitali decisioni in base alle proprie competenze scientifiche, allo scopo di salvaguardare la popolazione aquilana.
Se le imputazioni per colpa (termine giuridico con cui si sottintendono imperizia, imprudenza o negligenza) verranno provate anche in Corte d’Appello, la pena di 6 anni di reclusione comminata in primo grado a Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce e Giulio Selvaggi è mite. Troppo mite.
Per capirlo, si vada a L’Aquila.
Avviso per i lettori: le righe che seguiranno faranno sorridere, perché si tratta di una traduzione automatica dell’ “articolo” soprastante. A dimostrazione di quanto scalpore abbia suscitato nel mondo la sentenza emessa a L’Aquila, va detto che perfino questo piccolo blog, espressione delle opinioni di un semplice cittadino, è stato citato su Twitter e durante alcune discussioni fra utenti stranieri della Rete. Poiché qualche navigatore internet ha rinunciato ad intervenire non conoscendo l’italiano, si spera di fare cosa utile fornendo una traduzione, per quanto approssimativa e zeppa di errori.
English version
Advice to reader: please, don’t forget this translation was made automatically. If you want to be kind, please report any errors. Thank you.
In L’Aquila, after the earthquake in 2009 that killed 309 people, was held an action to determine any liability. The verdict that has condemned the members of the Major Risks Committee has caused controversy in Italy and in foreign countries, where the news was published by all major newspapers. Even on the Internet, the debate is very intense. Many people have commented the decision of the court. Probably, few have interpreted it correctly.
The President of the National Major Risks Committee, Luciano Maiani, has renounced his task; the same choice was made by the President Emeritus, Zamberletti, and by the Vice-President, Rosi. The scientists do not feel protected and Maiani told to the newspaper Il Messaggero: «It’s not longer possible to provide advice to the State in terms serene, professional and disinterested, undergoing this crazy pressure judicial and by the mass media. It does not happen in any other Country in the world».
As announced by Corrado Clini, the Environment Minister, the Italian Government will ask to withdraw the resignation.
Referring to the judgment of the Court of Aquila, Clini said: «I’m waiting to read the reasons of the verdict, that will be very useful to understand the decision.» If the members of the Commission were condemned for not having predicted the earthquake, «it would be absurd!» Speaking during the radio broadcast “Radio anch’io”, the minister hit what appears to be the focal point of the story: «To have committed political decisions to a committee of engineers and scientists I think it was the mistake made in L’Aquila.» For Clini «it must change or to have clearer the chain of command. You cannot ask to engineers and scientists to take a responsibility that should be administrative»; what is needed is «to have a framework of information as clear as possible». «After doing this – told Clini – it have to make decisions more prudent.»
Practically, the scientists must give its opinion and the administrators must take decisions to protect the population.
In the United States an influential non-governmental organization, the UCS (Union of Concerned Scientists), criticized the condemnation of the Major Risks Committee, calling it «absurd and dangerous» and asking the intervention of the President of the Republic, Giorgio Napolitano. The Ucs wrote: «Imagine if the government accused of criminal offenses meteorologist who has not been able to predict the exact path of a tornado, or an epidemiologist for not having foreseen the dangerous effects of a virus».
Still in the United States, the American Association for the Advancement of Science (AAAS) has considered the risk that sentences like this «slow down research and block the free exchange of ideas necessary for scientific progress».
The director of the Center for Southern California earthquakes, Tom Hordano, said he was shocked and incredulous, while admitting that «the system had flaws».
In Japan, a country with high seismicity, the Earthquake Research Institute reiterated that everyone have known for years and that «We can not predict a strong earthquake».
Shinichi Sakai, an associate professor of the same Institute in Tokyo, said: «It is not explicit if the judgment have been charged to the members of the committee because they had a responsibility to provide information on action and measures to be taken, or because the components are guilty of wrong evaluations as scientists». However, Sakai noted that «In Japan there has never been a similar process».
More articulate and less impulsive, instead, was the analysis published on the web site of Scientific American. David Ropeik, an Instructor at the Harvard Extension School, seems to understand well the decision of the magistrate of L’Aquila: «the trial was not about science, not about seismology, not about the ability or inability of scientists to predict earthquakes». The defendants «were accused of giving “inexact, incomplete and contradictory information” about whether small tremors prior to the April 6 quake should have constituted grounds for a warning».
The punishment is not imposed for the inability to predict the earthquake, but for the behavior of the experts who, at the end the umpteenth meeting, did not provide sufficient information to the population about the risk she was running: «The poor communication was a serious failure, although scientists share the responsibility with the Italian national government».
These are the words of Ropeik who understand the situation: «contrary to the majority of the news coverage this decision is getting and the gnashing of teeth in the scientific community, the trial was not about science, not about seismology, not about the ability or inability of scientists to predict earthquakes. These convictions were about poor risk communication, and more broadly, about the responsibility scientists have as citizens to share their expertise in order to help people make informed and healthy choices».
Then, the American Instructor criticizes the American Association for the Advancement of Science (AAAS), describing «ludicrous and naïve» the condemnation of the verdict, because the defendants were accused of giving «inexact, incomplete and contradictory information» about whether small tremors prior to the April 6 2009.
This is the original text mentioned above: «It is ludicrous and naïve for the American Association for the Advancement of Science to condemn the verdict, as they did the charges when they were filed, as a misunderstanding about the science behind earthquake probabilities. That this was never about the ability of seismologists to predict earthquakes is clear from the very indictment itself; the defendants were accused of giving “inexact, incomplete and contradictory information” about whether small tremors prior to the April 6 quake should have constituted grounds for a warning».
To know the reasons which had led the judge Marco Billi to impose 6 years in prison to seven scientists of the Major Risks Committee, should be await the publication of the motivations which led to the judgment. Then, it’s wrong formulate now opinions.
However, based on the elements currently known, the people can try understand the work of the judiciary and to clarify the situation.
1) The judge not have condemned the accused because they failed to predict the earthquake as scientists, but he condemned them because they failed to protect the population of the territory of L’Aquila even though they had decision-making powers. The number of 309 deaths are proof of evidence of this failure. The magistrate did not consider the knowledge of scientists, but has sanctioned the actions of a commission of the State; he did not require a prediction impossible, but has condemned the guilty inertia of an bureaucratic institution.
2) Enzo Boschi (President of the National Institute of Geology and Volcanology, the INGV) and Franco Barberi (Deputy Chairman of Major Risks Committee) launched an “earthquake alarm” in the Garfagnana, in January 1985, evacuating about one hundred thousand people. Why in L’Aquila was not taken the same decision? If they wanted to avoid a massive exodus, they could however informing people about the seismic risks. Nobody, however, warned the inhabitants of L’Aquila.
3) The defense argument in which takes refuge the academic world is the impossibility of accurately predict earthquakes events. It’s true. However, consequently, we have to admit that it is equally impossible to be sure that they may not occur, especially in the presence of alarming signs, as the increase of radon gas in the area. Logically it’s not acceptable to support the defense argument ignoring its logical corollary.
In the report drafted after the meeting held on 29 March 2009 by the Commission (one week before the earthquake), we read several times that the experts can not exclude the possibility of a seismic event. In the document is written: «Then talk the professor Boschi to complete the overview of the cognitive phenomenon. The seismic activity in L’Aquila is manifested in a border area between two major seismogenic structures. The strong earthquakes in Abruzzo have very long return periods, it’s unlikely that there is soon an earthquake strong like that of 1703, although this event can not be excluded absolutely.»
Between 1349 and 1703, in L’Aquila were registered 5 earthquakes of 10 degrees of the Mercalli scale.
4) In the above report are contained platitudes also known to every citizen: no person can predict with certainty the place and the time when an earthquake will occur; in an area with a significant risk, the primary prevention is constituted by the construction of safe buildings and by strengthening of existing ones. If the Major Risks Committee’s task was only to repeat clichés, to invite be cautious, it had no reason to she exist. It’s crazy to pay 7 scientists to do pure conversation without coming to concrete conclusions and without providing guidelines for the public safety.
5) Bertolaso, at that time was the chief of Civil Protection, during a phone call (intercepted) with the regional councilor Daniela Stati talked about a «mediatic operation». Basically, he wanted reassure the citizens of L’Aquila to avoid alarmism and panic. After the events, this decision has proved has been pondered and sharable? Why none of the members of the Major Risks Committee protested against the decisions of Bertolaso? A scientist should be fully aware of their knowledge, and he has a the duty to make known its opinion, especially if he has government positions. If a person escapes this duty, commits a negligence that must be punished.
6) The aquilan technician Giampaolo Giuliani launched many times the alarm for a possible earthquake, after detecting an abnormal increase of radon gas. Giuliani even predicted an earthquake in Sulmona, a town near L’Aquila. Since the prediction was wrong, the technician was denounced for “procured alarm”, which is a severe crime and which he was also charged Zamberletti, former head of the Civil Protection, during the evacuation of the area of Garfagnana in 1985.
If a scientist wants to avoid responsibility, if he did not want to risk a complaint, he remains in his lab and do not choose to have public duties. It’s too easy to enjoy honors and avoid charges.
7) Going back to Giuliani, why Bertolaso called him an «idiot» and why it was decided to put him to the sedan? There were precise and well-founded scientific reasons to discredit him? It’s true – we repeat – it’s not possible predict earthquakes, but it is also true that the science investigates warning signs; these signs include increasing radon gas and Giuliani declared this circumstance many times. As the facts should be judged based on the experience and that is about what happened, the technician so teased was right and Mr. Bertolaso should apologize, together with all those who mocked Giuliani.
8) Vladimir Kossobokov, Russian seismologist of international renown, has refused to offer his solidarity to his colleagues in the Major Risks Committee and in court at L’Aquila criticized the actions of the same Committee from a scientific perspective: as reported by the press, according to the Russian scientist, the repetition of small quakes can not lead to the conclusion that you are in front to a discharge of energy, as was said in those days to exclude the imminence of disaster.
Waiting to know the reasons for the sentence, that will be officially released in the coming weeks, in a nutshell it can be said that the court of L’Aquila has not condemned seven scientists because they were unable to predict the earthquake – why a judge should be so stupid? – but he has condemned seven important bureaucrats who had to take vital decisions based on their scientific expertise, in order to safeguard the population of L’Aquila.
If the imputations for “colpa”, an Italian legal definition which designates incompetence, recklessness or negligence, will be proved also in the Court of Appeal, the sentence of 6 years of imprisonment inflicted on October 22, 2012, to Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce and Giulio Selvaggi is light. Too light.
To understand this, you go to L’Aquila.
Version en francais
Conseils au lecteur: s’il vous plaît, n’oubliez pas que cette traduction a été faite automatiquement. Si vous voulez être gentil, vous êtes prié de signaler les éventuelles erreurs. Merci.
À L’Aquila après le séisme en 2009 qui a tué 309 personnes, a eu lieu le processus de reddition de comptes. Le verdict qui ha condamné les membres du Comité des Grands Risques a provoqué une polémique en Italie et à l’étranger, où les nouvelles on été publiées par tous les principaux journaux. Même sur Internet, le débat est ouvert. Nombreuses personnes ont commenté la décision; peut-être, seulement quelqu’un l’a interprété correctement.
Le président du Comité National des Grands Risquese, Luciano Maiani, a présenté sa démission et le même choix a été fait par le Président émérite Zamberletti et par le Vice-Président Rosi. Les scientifiques ne se sentent pas protégés et Maiani a dit à le quotidien Il Messaggero: «Il n’est plus possible de fournir des conseils à l’État en termes sereins, professionnel et désintéressé, sous cette pression insensée judiciaire et des médias. Ca ne se fait pas dans n’importe quel autre pays dans le monde».
Comme annoncé par le ministre de l’Environnement, Corrado Clini, le gouvernement a demandé de retirer le démissions.
Se référant à la sentence du tribunal de L’Aquila, Clini a déclaré: «Je suis en attente de lire les motifs du jugement, qui seront très utiles pour comprendre»; si les membres du Comité avait été condamné pour ne pas avoir prédit le tremblement de terre, «il serait absurde». S’exprimant au cours du programme “Radio anch’io”, le ministre a touché ce qui semble être le point focal de l’éntiere histoire: «Avoir délégué des décisions politiques à un comité d’ingénieurs et de scientifiques je pense que c’est l’erreur commise à L’Aquila».Pour Clini «doit changer ou être plus clair la chaîne de commandement; on ne peut pas demander à des ingénieurs et des scientifiques de prendre une responsabilité qui devrait être de nature administrative». Ce qu’il faut est «d’avoir un cadre d’information aussi claire que possible; en voyant ca, on doit adopter les scénarios de risque plus prudentes».
En pratique, les hommes de science doivent fournir leurs points de vue et les administrateurs doivent décidre pour protéger la population».
Aux États-Unis, une influente organisation non gouvernementale, l’Ucs (Union of Concerned Scientists), a critiqué la condamnation du Comité des Grands Risques, l’appelant «absurde et dangereuse» et demandant l’intervention du Président de la République, Giorgio Napolitano. l’Ucs écrive: «Imaginez que le gouvernement accusais d’infractions criminelle un météorologue qui n’a pas été capable de prédire la trajectoire exacte d’une tornade ou un épidémiologiste pour n’avoir pas prévu les effets dangereux d’un virus».
Aussi aux États-Unis, l’Association américaine pour l’avancement des sciences (AAAS) a parlé du risque que condamnes similaire peuvent «ralentir la recherche et bloquer le libre échange des idées nécessaires pour le progrès scientifique».
Le directeur du Centre pour les séismes de Californie du Sud, Tom Hordano, s’est dit indigné et incrédule, tout en admettant que «le système avait des défauts».
Au Japon, un pays où la sismicité est très élevé, l’Institut de recherche sismique a confirmé ce qui a été connu par tous pendant des années, c’èst à dire que «il n’est pas possible prédire un puissant séisme». Selon Shinichi Sakai, professeur associé de le même Institut à Tokyo, a déclaré: «Il n’est pas clair si le jugement doit être inscrit contre les membres du Comité parce qu’ils avaient la responsabilité de fournir des informations sur les decisions et les mesures à prendre, ou parce que les composants sont coupables d’erreurs de évaluation en tant que scientifiques». Cependant, Sakai a noté que «Au Japon, il n’a jamais été un processus similaire».
Plus complexe et moins impulsif, a été l’analyse publiée sur le site web de Scientific American. David Ropeik, instructeur à l’École d’extension de Harvard, semble avoir bien interprété la décision du juge de L’Aquila: «le processus n’était pas contre la science, ni contre la sismologie ou la capacité ou l’incapacité des scientifiques à prédire les séismes». Les défendeurs étaient accusés d’avoir donné des informations «inexactes, incomplètes et contradictoires» sur la possibilitè que le petits tremblements de terre avant le séisme du 6 Avril pourrait être un avertissement.
La sanction n’a pas été imposée pour l’impossibilité de prévoir le tremblement de terre, mais pour le comportement des experts qui, à la fin d’une autre réunion, n’ont pas fourni d’informations suffisantes à la population à propos des risques qu’elle courait: «L’absence de communication a été une faute grave, même si les scientifiques partagent la responsabilité avec le gouvernement italien».
Voici les paroles de Ropeik qui encadrant bien la situation: «contrary to the majority of the news coverage this decision is getting and the gnashing of teeth in the scientific community, the trial was not about science, not about seismology, not about the ability or inability of scientists to predict earthquakes. These convictions were about poor risk communication, and more broadly, about the responsibility scientists have as citizens to share their expertise in order to help people make informed and healthy choices».
Ensuite, le spécialiste attaque l’Association américaine pour l’avancement des sciences (AAAS), définissant ridicule et naïf la condamnation du verdict, parce que les accusés ont été condamnées pour les informations «inexactes, incomplètes et contradictoires» données à propos des petits tremblements qui ont précédé le séisme du 6 Avril 2009.
Ceci est l’extrait cité ci-dessus: «It is ludicrous and naïve for the American Association for the Advancement of Science to condemn the verdict, as they did the charges when they were filed, as a misunderstanding about the science behind earthquake probabilities. That this was never about the ability of seismologists to predict earthquakes is clear from the very indictment itself; the defendants were accused of giving “inexact, incomplete and contradictory information” about whether small tremors prior to the April 6 quake should have constituted grounds for a warning».
A propos des raisons qui ont conduit le juge Marco Billi à imposer 6 ans de prison au 7 scientifiques du Comité des Grands Risques, il faudra attendre la publication officielle des motifs de la sentence. Donc, maintenant il est faux exprimer tout de suite des opinions.
Toutefois, avec les faits actuellement connus, on peut essayer de comprendre le travail de la justice et de clarifier le même faits.
1) Le juge n’a pas déclaré coupables les accusée car ils n’ont pas été capables de prédire le tremblement de terre en leur qualité de scientifiques, mais les a condamnés car ils n’ont pas été capables de protéger la population du territoire de L’Aquila, ayant un pouvoir de décision. 309 décès sont la preuve de cet échec. Le magistrat n’a pas tenu compte des connaissances des scientifiques, mais il a sanctionné les actes d’une commission d’Etat; il n’a pas demandé une prédiction impossible, mais il a condamné l’inertie coupable d’une commission institutionnelle / bureaucratique.
2) Enzo Boschi (Président de l’Institut National de Géologie et Volcanologie, l’INGV) et Franco Barberi (vice-président du Comité des Grands Risques) ont lancé une “alarme tremblement de terre» dans la Garfagnana, en Janvier 1985; à ce moment, environ 100.000 personnes ont été évacuées. Pourquoi à L’Aquila n’a pas été prise la même décision? Si on voluez éviter un exode massif, on pourrait informer les personnes du territori à propos des risques sismiques. Au contraire, personne a averti les habitants de l’Aquila.
3) Le principal argument de défense du milieu universitaire est l’incapacité à prédire avec précision les événements telluriques. Ca c’est vrai. Toutefois, par conséquent, nous devons admettre qu’il est tout aussi impossible d’être certain qu’ils ne peuvent pas se produire, surtout en présence d’indices alarmants, comme l’augmentation de gas Radon dans la région. Il n’est pas acceptable soutenir l’argument de la défense en ignorant son corollaire logique.
Dans le rapport écrit après réunion tenue le 29 Mars 2009 par le Comité (une semaine avant le tremblement de terre), on peut lire à plusieurs reprises que les experts ne peuvent pas exclure la possibilité d’un événement sismique. Dans le document, il est écrit: «Prend ensuite la parole le professeur Boschi, pour compléter le tableau du phénomène cognitif. L’activité sismique à L’Aquila se manifeste dans une zone frontalière entre les deux grandes structures sismogènes. Forts tremblements de terre dans les Abruzzes ont des périodes de retour très longs. Il est peu probable qu’il y aurait un choc à court terme, comme celle de 1703, bien que nous ne pouvons pas l’exclure absolument».
Entre 1349 et 1703, à L’Aquila il y a été quatre tremblements de terre de 10 degrés de l’échelle Mercalli.
4) Dans le rapport mentionné ci-dessus on peut lire des clichés évident pour n’importe qui: personne ne peut pas prédire avec certitude le lieu et le moment d’un tremblement de terre dans une zone à haut risque sismique, la prévention primaire consiste en la construction de maisons sûres et dals le renforcement de celles qui existent déjà. Si la mission du Comité était seulement celui de répéter les clichés, d’invitér à prêter attention, il n’a aucune raison d’exister. Payer 7 scientifiques pour un pure conversations, sans arriver à des conclusions concrètes et sans fournir des lignes directrices pour la sécurité publique, est une folie.
5) Bertolaso, è ce temps là chef de la Protection civile, au cours d’une conversation téléphonique (intercepté) avec le ministre régional Daniela Stati, a parlé d’une «opération médiatique». En pratique, il voulais rassurer les citoyens de L’Aquila pour éviter l’alarmisme et la panique. Après les faits, cette décision peut être considerée réfléché et partagé? Pourqui personne des membres du Comité des Grands Risques a protesté contre le choix des Bertolaso? Un scientifique doit être bien conscients de ses connaissances et a le devoir de faire valoir son opinion, en particulier quand il a des tâches gouvernementales. Échapper à cette devoir est une négligence qui doit être puni.
6) Le technicien de L’Aquila, Giampaolo Giuliani, lancé plusieurs fois l’alarme d’un éventuel tremblement de terre, après la détection d’une augmentation anormale de gas Radon. Giuliani est même allé jusqu’à prédire un tremblement de terre à Sulmona, une ville près de L’Aquila. Depuis que cette prédiction était erronée, le technicien a été dénoncé pour “Alarme acquis» qui est un crime assez grave du lequel a également été accusé Zamberletti, alors chef de la Protection civile, lors de l’évacuation de la zone de la Garfagnana en 1985.
Si un scientifique veut éviter les esponsabilités, ou les risques d’être denoncé à la magistrature, il reste dans son laboratoire et choisit de ne pas exercer une fonction publique. Il est trop facile de profiter des honneurs et d’éviter les frais.
7) On retournant è Giuliani, pourqui Bertolaso l’a appelé «fou» et pourquoi on a décidé de le mettre à la honte? Il y avait de précises et bien-fondé raisons scientifiques pour le discréditer? C’est vrai – on répété – qu’on ne peut pas prédire les tremblements de terre, mais il est également vrai que la science travaille sur les signes avant-coureurs, compris celui-ci du gas Radon, comme Giuliani a déclaré plusieurs fois. Si les faits doivent être jugés à la lumière de l’expérience (c’est à dire qu’on doit fondér les opinions sur le passé), le raillé technicien Giuliani avait raison et donc monsieur Bertolaso lui devrait présenter des excuses, ainsi que tous ceux qui se moquaient de lui.
8) Vladimir Kossobokov, sismologue russe de renommée internationale, a refusé d’offrir sa solidarité à ses collègues enquêtés du Comité des Grands Risques et en tribunal a critiqué les actions du même Comité d’un point de vue scientifique: tel que rapporté dans la presse, selon la scientifique russe, la répétition de petits séismes ne peut pas conduire à la conclusion qu’on est en presence d’une décharge d’énergie, comme on a été dit en ces jours pour exclure la catastrophe imminente.
En attendant de connaître les motifs de la décision di tribunal, qui seront publiées dans les prochaines semaines, on peut résumer les événements en disant que le juge de L’Aquila n’a pas condamné 7 scientifiques qui n’ont été compétent à prédire le tremblement de terre – pourqui un juge devrait être ainsi stupide? – mais a condamnés 7 fonctionnaires publiques qui auraient du prendre des décisions vitales sur la base de leurs experiences scientifique, afin de protéger la population de L’Aquila..
Si les accusations de “colpa” (un mot juridique qui signifie incompétence, insouciance ou négligence) seront demontrés par la Cour d’appel aussi, la peine de 6 ans d’emprisonnement infligée en première instance à Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce et Giulio Selvaggi est doux. Trop doux.
Pour comprendre ceci, il faut aller à L’Aquila.