Vedi Napoli e poi muori

7 Gen 2008 | Di | Categoria: Opinioni

La Napoli dell’arte, della cultura, dell’eleganza sta morendo soffocata da Pulcinella senza autore.
In un articolo di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sul Corriere della Sera di oggi, domenica 6 gennaio, si legge che i 65 cassonetti dati alle fiamme in queste settimane hanno sprigionato poco meno di 9 mila microgrammi di diossina, pari a quella prodotta dall’inceneritore di Marghera in 546 giorni; la quantità di polveri nocive liberate nell’aria è stata equivalente a quella emanata dal termovalorizzatore di Brescia in 441 giorni.
Ma questi non sono i soli fumi sporchi da considerare. Nel suo libro ‘Impuniti’ (Baldini, Castoldi e Dalai), Antonello Caporale ripercorre i 15 anni di cronica emergenza e quantifica lo sperpero di risorse: “780 milioni di euro l’anno, dal 1997 al 2007, più altri 29 milioni di euro annui riguardanti investimenti riferiti sempre allo stesso periodo”, come scrive il giornalista citando la 21esima seduta della commissione rifiuti del maggio scorso. Si tratta di “oltre 8 miliardi di euro, 16.000 miliardi di lire”. Ma non basta: nei prossimi anni arriveranno in Campania, tra fondi nazionali ed europei, 12 miliardi di euro destinati al “completamento del ciclo integrato dei rifiuti”. In pratica, si sarebbero potuti dare 16 milioni di lire a 1 milione di partenopei (le famiglie meno abbienti e più numerose sarebbero diventate ricche). Invece, questo fiume di denaro non si sa dove sia sfociato.
In 15 anni di vita, il Commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, istituito l’11 febbraio 1994, non ha risolto nulla. E, in qualche caso, sembra aver fatto di peggio. Il governatore della Campania, Antonio Bassolino, eletto ogni volta con suffragi bulgari, è stato condannato a risarcire 3 milioni e 200 mila euro alla Regione per la creazione di un “call center ambientale” con 100 dipendenti, lavoratori socialmente utili, al costo di 4 milioni di euro, dove gli addetti gestivano 1 telefonata a settimana. Come scrive la Corte dei Conti nella sentenza, i fatti si riferiscono al 2001, cioè a quando Bassolino era Commissario per l’emergenza rifiuti (carica che ha ricoperto dal maggio 2000 al febbraio 2004).
L’intera faccenda puzza (battuta scontata). Il cattivo odore è quello della criminalità organizzata che prospera grazie ai reati ambientali ed al “commercio” di rifiuti tossici (e meno tossici).
I napoletani onesti, vittime di mediocrità e malaffare, vedono la speranza morire soffocata. Gli altri italiani hanno un attacco di bile quando pensano a chi oltraggia il bene pubblico e mai si dimette (di licenziamenti manco a parlarne), quando intuiscono la complicità che si crea fra cavilli burocratici e malaffare, quando sentono il fetore delle solite chiacchiere.
Ora il Governo nominerà un nuovo Commissario e nei confronti di chi ha sbagliato non sarà mosso un dito, ignorando colpe e responsabilità. Come sempre.

Tags: , ,

Lascia un commento