Un italiano vero

21 Nov 2008 | Di | Categoria: Opinioni

Più di qualunque trattato, meglio di ogni articolo o filippica, Riccardo Villari è il simbolo di questi tempi. Votato per ripicca o calcolo provvisorio, esortato da tutti ad andarsene per far posto a chi è più stimato, non vuole staccarsi dalla poltrona. Non ci sono ragioni: la sorte gliel’ha data e lui non la molla.
Che non avesse alcuna voglia di alzarsi dallo scranno si era capito fin dalle prime battute. Faceva dichiarazioni vaghe, si arroccava inneggiando a grandi principi, scuciva qualche contentino a chi lo sollecitava. Ma mai un gesto concreto, mai una risposta risolutiva. Svicolava. In attesa di che cosa non è dato saperlo, ma temporeggiava; fino a quando non ha dovuto affermare chiaro e tondo che le sue terga non le avrebbe mosse di un millimetro. Su di lui il dovere istituzionale esercita un richiamo troppo forte ed egli non ce la fa – poverino – a lasciare allo sbando la commissione di vigilanza sulla Rai.
In questo giochetto infantile, il ruolo degli ingenui lo hanno svolto i vertici del Partito Democratico, i quali continuavano a ribadire che Carneade si sarebbe dimesso certamente, che lo aveva assicurato. Alla fine, sono riusciti ad espellerlo “solo” dal gruppo parlamentare: alla fine e soltanto quando ci hanno sbattuto e rimesso la faccia.
La commissione di vigilanza sulla Rai ha il compito di controllare la correttezza dell’ente pubblico radiotelevisivo. Rispettando un sacrosanto principio di democrazia, la presidenza è sempre andata ad un membro dell’opposizione. E’ stato così fin dall’inizio. Ora, la battuta di arresto. Artefice dello stop, questo medico docente universitario (malattie infettive, epatologia), nato il 15 marzo 1956 a Napoli, con due legislature alla Camera e l’attuale al Senato.

Alcune banali considerazioni.

1) Il Partito delle Libertà, volontariamente o casualmente, ha centrato il bersaglio, cioè l’orso Yoghi dell’opposizione. Senza sprecare troppe parole, ha creato scompiglio nelle fila del Partito Democratico, ha piazzato al posto giusto l’uomo sbagliato garantendosi libertà di manovra nella Rai, ha spostato l’attenzione dalla violazione della prassi – ad opera sua e di due “franchi tiratori” del Pd – al Super Attack partenopeo (la scelta del candidato spettava alla sinistra che aveva indicato l’ex sindaco di Palermo, Orlando, rifiutato dal Pdl).

2) Il Partito Democratico esce con le ossa rotta e la sua dirigenza è stata più delegittimata da questo tira e molla che dalla sconfitta elettorale. Dopo l’adunata oceanica a Roma, Veltroni sembrava poter marciare da leader. Ora, ha l’espressione di un pupazzetto triste, assieme alla Finocchiaro che – sebbene sia donna tosta – stavolta è parsa di ricotta. Come può il Pd aspirare alla guida del Paese se non riesce nemmeno a garantire un minimo di disciplina nel partito? Hai voglia ad invocare la libertà di scelte. Questa è stata una beffa con tutti i crismi e la dirigenza veltroniana si è rivelata incapace di gestire un cane in fuga. Ai tempi di Berlinguer, di Pajetta, di Natta, ecc., un episodio del genere non sarebbe stato nemmeno immaginabile.

3) L’Italia dei Valori ne esce abbastanza bene e Di Pietro, accusando Berlusconi di essere un corruttore, ha messo le mani avanti ed ha suggerito un dubbio legittimo (sebbene sia stato un po’ troppo azzardato nelle sue affermazioni): poteva un Villari qualsiasi creare un tale macello? Il senatore avrebbe mai avuto il coraggio di opporsi all’apparato del Pd ed alla quasi certa espulsione dal suo partito se non avesse avuto le spalle coperte?

4) Il futuro di Villari. A lume di logica, il senatore non ha un futuro politico. Il Pd lo ha espulso dal gruppo parlamentare e, considerato quanto siano rimasti scottati, gli attuali vertici non lo vorranno mai più sentir nominare. E’ improbabile che il Pdl lo accolga. Sebbene Forza Italia abbia avuto la spudoratezza di nominare ministro un avvocato poi condannato per corruzione (Cesare Previti ha presieduto il dicastero della Difesa), è arduo ipotizzare l’accoglienza di un parlamentare come Villari il quale, più che furbizia, ha dimostrato mero attaccamento ad una poltrona. In questa Italia che detesta sempre più i politici, il senatore napoletano è precipitato nel godurioso girone di quelli che ci hanno malgovernato gozzovigliando con le risorse del Paese. Anche a voler accampare le più acrobatiche motivazioni di principio, ed anche ammettendo che il Pdl mandi giù il boccone ficcato a forza da Berlusconi, ci sarebbe da fare i conti con la voce grossa di Alleanza Nazionale e Lega, la cui base non ha visto di buon occhio l’intera vicenda.

Villari, che hai ottenuto? In pratica, non hai più un partito, nessun altro – dotato di normale senso del pudore – ti accetterà mai, hai messo la tua faccia su tutti i giornali ed il tuo nome sulla bocca degli italiani sempre più disgustati dai partiti, se avevi una dignità da difendere ora dovrai tutelarla armato di coltello e baionetta…
Purtroppo per te, è possibile tu faccia la fine di un tuo caro amico corregionale di Ceppaloni (Mastella), rimasto paralizzato correndo in soccorso del sicuro vincitore (Berlusconi). Da quel che sta alla luce del sole, non sembra tu abbia fatto un grande affare. Anzi, alla fine, sembrerebbe che sia stato proprio tu il più ingenuo di tutti. A meno che la partita si sia già conclusa bene per te. Ma questo, a noi poveri elettori, non è dato saperlo.
Se la farsa finisse qua o se proseguisse con te avvinghiato ai braccioli della poltrona di presidente della commissione di vigilanza, saresti un personaggio perfetto per Benigni e per Verdone. Anzi, se non si volesse buttarla sul grottesco spinto e sul comico che fa simpatia, l’unico che potrebbe rappresentarti in modo compiuto sarebbe Verdone.

…Carlo, aiutaci a tirare fuori qualcosa di buono da questa buffonata!

La scheda di Wikipedia dedicata a Riccardo Villari: http://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_Villari

Chi volesse congratularsi con Villari, può scrivergli alla casella email del senato: villari_r@posta.senato.it

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