Vittorio Sgarbi eroe: 9

25 Apr 2012 | Di | Categoria: Le pagelline

Vittorio SgarbiGli audio indegni provano affetto non prostituzione“. E’ questo il titolo di un memorabile articolo di Vittorio Sgarbi, pubblicato su Il Giornale della famiglia Berlusconi (cliccare qui per leggerne il testo). Il critico d’arte più famoso d’Italia scrive: “Le dichiarazioni di Ruby sono inequivocabili. La prostituzione ha caratteristiche saltuarie, episodiche e non ammette strascichi, telefonate, frequentazioni, pranzi, conoscenze. Chi va con una prostituta non la invita a cena, soprattutto non le dà 47mila euro alla settimana con una regolarità che si riserva alle mogli e alle amanti mantenute. Questo è ben chiaro a Ruby che non si rappresenta, non ha coscienza di sé, come prostituta: «Sta uscendo che sono amante di Silvio»”.

Percorrendo il labirinto di argomentazioni partorite (o abortite, secondo i detrattori) da Sgarbi, si dovrebbe dedurre che Ruby Rubacuori non sia stata una prostituta minorenne assoldata dall’ex premier più divertente della storia d’Italia, ma una sorta di geisha, di mantenuta, di gioiello tanto caro all’uomo di Arcore da fargli sborsare 47.000 euro alla settimana (nonostante Silvio continui a sostenere di non aver mai dovuto pagare una donna in vita sua… alla faccia della fama di playboy).

La dialettica di Sgarbi, tanto cara alle casalinghe che non perdono una puntata di “Uomini e donne” e che vedono in Barbara d’Urso una signora dei salotti, si produce in ogni sorta di contorsionismo pur di dimostrare quanto sia stata cristallina la condotta del suo editore (Sgarbi ha curato varie rubriche sulle reti Mediaset).

E’ uno sforzo immane quello che impegna il suo intelletto e, se si ha la pazienza di seguire gli itinerari mentali attraverso i quali si giunge alla sua Verità, non si può evitare di provare ammirazione per una intelligenza così duttile da sembrare di plastilina.
La tesi è chiara ed è onestamente espressa dal titolo del “pezzo”. Sbaglia di grosso chi suppone chissà quali rapporti e segreti condivisi da un anziano e da una ragazza, per un costo di circa 200.000 euro al mese.

La conclusione è una reprimenda verso i magistrati che stanno processando Berlusconi a Milano, con l’accusa di induzione alla prostituzione minorile: “Ruby è un’amante mantenuta per sua stessa ammissione e soddisfazione. Dunque si sta celebrando un processo senza capo di imputazione. Di questo equivoco sono consapevoli i magistrati, ed è vittima, impaurita, Berlusconi. Di magistrati e di Ruby. Ci sarà qualcuno, a partire dal Csm, che vorrà incriminare i magistrati di questo processo?”

Gran bel finale, se si sorvola sulla figura da nonnetto imbelle raggirato dalla nipotina coscialunga appiccicata a Berlusconi.

Purtroppo, sembra che non tutti i lettori del Giornale creato da Indro Montanelli (per sua fortuna scomparso senza assistere all’ultima evoluzione della sua creatura) abbiano apprezzato adeguatamente la lezione del professore d’arte sempre in cattedra pur non avendone una.

Ecco alcuni commenti, fra i più saporiti e velenosi.
tzilighelta: “E che dobbiamo dire, dopo questa arringa difensiva di Sgarbi sconclusionata quanto ridicola, candidate Silvio al premio Nobel per la pace! La bontà d’animo fin qui dimostrata lo porterà a vincere il titolo! Anche Sgarbi merita un titolo, quello di pulitore aspiratore meglio di qualsiasi elettrodomestico! E pure i tifosi non scherzano, normalmente bacchettoni come neanche Savonarola in questa vicenda sono aperti e rotti a tutte le perversioni del capo! Il berlusconismo finisce per inciampo sulle chiappe di Ruby! Senza neanche aver consumato, che brutta fine!”
Chelyabinsk: “Sgarbi e’ un mito. UNa leggenda. Probabilmente il piu’ grande cialtrone della storia contemporanea. ‘Berlusconi, un uomo impaurito, spaesato.. di fronte a Ruby’ ‘un uomo e una donna che si frequentano’. Sgarbi for president! Il sottoprodotto piu’ esemplare della Italietta forzista. E questa Italietta gli ha fatto fare di tutto: da critico d’arte a conduttore televisivo, da parlamentare a sindaco…Pazzesco.”
Memphis35: “Accidenti! Non mi ero accorto che l’autore dell’articolo era Sgarbi. Avrei risparmiato tempo e tastiera.”
Paulusx: “E’ un peccato che una persona, per certi versi discutibile ma anche certamente intelligente, come Sgarbi sia costretto a scrivere certe corbellerie.”
WjnnEx: “Sgarbi una domanda: Lei,almeno Lei, ci crede a quello che scrive?”

Insomma, fra i vari applausi, si distingue pure qualche fischio. Ai più attenti, però, non sfugge la grandezza di Sgarbi come figura eroica di una certa Italia che è sempre riuscita a cavarsela, anche quando la situazione sembrava disperata.
Se oggi un ragazzo confidasse ai genitori “Voglio fare il critico d’arte”, verrebbe portato di corsa da uno psicologo, o chiuso in casa, o trascinato da un esorcista, oppure causerebbe un infarto al padre e costringerebbe la madre a stipulare una convenzione col parroco per recitare rosari 24/7 (cioè 24 ore su 24, per 7 giorni alla settimana).

Nel secolo scorso, il solo critico d’arte riuscito a movimentare parecchio denaro era stato Achille Bonito Oliva, lo studioso che ha inventato la Transavanguardia, che ha portato artisti italiani nelle gallerie d’America, che è stato capace di farsi riconoscere dalle due sponde dell’Atlantico, che ha trovato addirittura qualcuno disposto a fotografarlo nudo per compiacere il suo monumentale narcisismo. Prima di Sgarbi, c’era soltanto Abo (l’acronimo con cui il critico napoletano ama solleticarsi) a sedere sulle poltroncine del Maurizio Costanzo Show ed a parlare di arte e cultura di respiro internazionale alla platea del noto programma televisivo.

Poi irruppe lui, Vittorio, narcisista quanto il collega, altrettanto affamato di fama, sebbene a New York nessuno l’abbia mai sentito nominare, neppure dopo oltre 20 anni di onorato servizio su tutti i mass media nazionali (tranne il web, dove lo hanno quasi sempre bastonato). Esordì insultando ed è vissuto litigando in favore di telecamera.
L’eloquio gli ha fatto guadagnare il titolo di vip intelligente; la dialettica gli ha fatto incassare quattrini a palate e guidare fiammanti Ferrari. La sua abilità gli ha permesso di frequentare donne belle e sexy, di essere più volte sindaco, di passarsi la mano sulla fluente chioma come un attore di telenovelas, facendo sdilinquire ogni donna col minimo diploma.

Parlando di Piero della Francesca in un Paese che ha così tanti tesori d’arte da preferire un bel dribbling o una partita a calcetto, Sgarbi è riuscito ad inventarsi un mestiere unico, così raro da non avere nemmeno un nome. Nessuno è stato capace di ripercorrere i suoi passi, nessuno – neppure il museo degli Uffizi – si è rivelato in grado di far fruttare in modo così generoso e costante preziosità assai poco popolari. Nessuno è mai stato preso così sul serio mentre spiegava le meraviglie di quadri ed opere sconosciuti ai più. Nessuno è mai riuscito ad essere così credibile dopo salti e capriole come le sue (beh, a pensarci bene, ad Arcore qualcuno ci sarebbe).

Insomma, Sgarbi è un eroe della gente, un esponente della cultura amato/a dalle masse, un genio dell’arte… un simulacro di quell’arte di arrangiarsi che ha permesso a milioni di persone di sopravvivere alla malasorte, di sconfiggere le avversità, di restare in piedi nonostante sconquassi, genuflessioni, ribalderie, salti di fossati a distanze siderali.
Sgarbi è un sincretismo vivente, è il simbolo della conciliazione degli antipodi, è il maestro terragno capace di cavare acqua – anzi, oro – dalle pietre.

Più bravo di lui, c’è solo Pulcinella. Che resiste da secoli.

Qui sotto, gli audio delle intercettazioni fatte alle cosiddette ‘olgettine’.

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